IL CINEMA SONORO
Il 6 ottobre 1927 è una data storica per il cinema, poichè segna l'inizio di un nuovo tipo di fare film:nasce il sonoro. Nelle sale americane esce infatti il primo film "acustico": "Il cantante di Jazz".
A dire la verità non è che “il cantante di jazz” fosse un film sonoro come lo intendiamo noi oggi: la parte parlata, se si eccettuano le canzoni, consisteva in non più di un paio di minuti. Per il resto era tutto affidato a didascalie che scorrevano sotto le scene.
Nonostante ciò, mai fino ad allora si era potuto sentire la voce di un attore e la novità era di portata storica per lo spettatore, ma anche per gli attori stessi.
La persona che rimase più sconvolta da questa novità fu Charlie Chaplin. Charlot, che sulla pantomima aveva costruito la sua carriera, si rifiutò per una decina d'anni di portare il sonoro nei suoi film.
La svolta dell'attore inglese si ebbe con "Il grande dittatore", suo capolavoro riconosciuto, ma che segnò anche la fine del personaggio che lo aveva reso celebre: quello del vagabondo.
Ma che film era “Il cantante di jazz”, questo lungometraggio che rivoluzionò il grande schermo?
Prodotto dalla Warner Bros e diretto da Alan Crosland, il film può considerarsi uno dei più razzisti dell’epopea cinematografica. L’attore protagonista, Al Johnson, era un bianco che si anneriva la faccia e si dipingeva di bianco le labbra per assomigliare maggiormente ad un nero, che all’epoca era visto più come un clown, un essere inferiore, bravo a cantare, ma con ben poche altre qualità.
La novità del sonoro fece conseguire al film due grandi risultati: anzitutto fece scoprire a tutti la musica jazz dando nel contempo vita ad un filone cinematografico in quel settore; in secondo luogo grazie ai consistenti incassi ottenuti, salvò la Warner Bros dal fallimento. La casa di produzione americana ottenne inoltre dall'Academy un Premio speciale <
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Qual’era la trama di questo film così innovativo? Eccola: un ragazzo ebreo si rifiuta di cantare in Sinagoga perché ama il Jazz. Così abbandona la famiglia , cambia nome, si dipinge la faccia di nero per assomigliare il più possibile ad un cantante jazz e, dopo varie vicissitudini, gli si presenta l’occasione della vita, ma anche una scelta difficile che lo porterà a rivalutare anche i rapporti con la sua famiglia.
Con “il cantante di jazz” si entra in un’altra epoca. Da quel momento gli attori si affidano molto meno alla mimica facciale, cambiano le inquadrature, le trame si fanno più articolate. Il cinema entra nella sua seconda fase.
(di Davide Luciani - del 2008-05-12)
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