NUCLEARE NUOVE FRECCE NELLA FARETRA DEI NYMBY (NOT IN MY BACK YARD)
pareri favorevoli dei gestori energetici, pareri contrari degli ambientalisti e di gran parte della popolazione
IL PROGETTO POLITICO - Il Consiglio dei ministri ha approvato il 10-02-10 il decreto legislativo sui criteri per la localizzazione dei siti nucleari; i governatori delle regioni hanno pareri diversificati e quello della regione Friuli, favorevole, punta a coinvolgere anche la Croazia in un accordo sulla partecipazione italiana al raddoppio della centrale nucleare di Krsko.
Comunque per conoscere dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia si dovrà attendere l’esito delle elezioni regionali di marzo come indicato dal Governo dopo, ma l’elenco dei siti si conoscerà fra un anno. Con la prossima nascita dell'Agenzia per la sicurezza nucleare e la predisposizione della strategia nucleare, gli operatori potranno proporre i siti per la realizzazione degli impianti e presentare i progetti per le relative autorizzazioni.
Il decreto stabilisce che vengano riconosciuti benefici economici per le popolazioni, le imprese e gli enti locali dei territori interessati dalla realizzazione di impianti nucleari. Si realizzeranno 8 centrali nucleari in 20 anni, questo processo si svilupperà in 3 fasi la prima delle quali è stata la legge. La seconda prevede la messa a punto del sistema normativo sulla sicurezza e sullo smaltimento delle scorie con la costruzione entro il 2017 del deposito nazionale per i rifiuti che sarà grande come un campo di calcio e alto 4-5 metri, La terza fase avrà come protagoniste invece le imprese del comparto per la realizzazione del progetto.
UNO SGUARDO D'INSIEME - L’energia rappresenta un problema politico sia per quanto concerne la disponibilità delle fonti, sia per l’impatto sull’ambiente. Il nostro è uno dei paesi europei con il più alto tasso di dipendenza energetica. Peraltro, la produzione di energia elettrica è in larga parte di fonte termoelettrica, con un impatto ambientale non trascurabile. Nel tempo, l’andamento dei consumi per abitante di energia elettrica risulta sistematicamente in crescita, sia per i consumi domestici che per quelli produttivi. Dal 2001 al 2008 in Italia si registra un incremento dei consumi energetici pari al 6,6 per cento. Il Nord-est e il Mezzogiorno presentano incrementi più consistenti rispetto al Centro e al Nord-ovest.
FONTE Ministero Attività Produttive "scenario tendenziale dei consumi" e del fabbisogno al 2020.
Il fabbisogno energetico passa così dai 166,7 Mtep nel 2004 a 243,6 Mtep nel 2020, passando per 212 Mtep nel 2010 (tep =tonnellata equivalente di petrolio).
La dipendenza energetica del Paese, nonostante l’apporto delle rinnovabili, rimane pressoché immutata e comunque estremamente alta, circa l’84%.
Questi dati indicano la necessità di rendere il nostro Paese più autonomo.
Sul web questa tematica assume i seguenti confini:energia rinnovabile 1.530.000 pagine
energia pulita 1.090.000 pag. centrali nucleari 828.000 pag sicurezza centrali nucleari 176.000 pag. scorie centrale Saluggia 43.000 pag. ambientalisti italiani 267.000 pag. ambientalisti antinucleari 18.700.
Per i fautori delle centrali nucleari, questa scelta è indispensabile anche perché i combustibili fossili sono in via di esaurimento e quindi a prezzi crescenti.
A favore del nucleare giocano le riserve di uranio, che sono distribuite in USA, Canada e Australia, mentre i due terzi delle riserve di idrocarburi sono concentrati in aree ad elevata instabilità politica, come ad esempio il Medio Oriente. L’uso dell’energia nucleare comporta un vantaggio per la bilancia dei pagamenti per la diversa composizione del costo del kWh, se il prezzo dei vari combustibili quadruplicasse, il costo del kWh prodotto da una centrale a gas triplicherebbe, mentre quello di origine nucleare aumenterebbe solo del 15%. Potrebbero poi nascere sinergie con altri settori produttivi ad esempio nell'applicazione di tecnologie nucleari nell’industria alimentare e in medicina, a scopo terapeutico e diagnostico e sviluppo di tecnologia dei materiali.
Inoltre le centrali nucleari non rilasciano nell’ambiente gas nocivi, responsabili delle piogge acide, e neppure l’anidride carbonica, causa principale dell’effetto serra.
richiede meno costi per il trasporto della materia prima: per una centrale nucleare da 1.000 MW servono 30 tonnellate di uranio all’anno, equivalenti alla capacità di un solo carro ferroviario, per far funzionare una centrale termoelettrica di pari potenza occorrono 15 petroliere da 100 mila tonnellate o 40 mila carri ferroviari per il trasporto di 2,5 milioni di tonnellate di carbone. Una centrale nucleare da 1.000 MW produce 100 metri cubi di rifiuti solidi all’anno, contro i 10 mila metri cubi di una centrale a olio combustibile e i
250 mila metri cubi di una centrale a carbone. I rifiuti solidi a bassa e media radioattività (97% del totale), divengono inattivi in poche decine di anni, possono essere compattati in contenitori posti presso la stessa centrale. I rifiuti ad alta radioattività, si possono smaltire trasformandoli in prodotti radioattivi a vita medio breve in un deposito nazionale.
Il centro di Ricerca del CESI (ex Enel, specializzato nel campo) ha calcolato i risparmi energetici possibili in Italia. I risultati, pubblicati nel 2007, indicano in 30 MTEP il risparmio, che corrispondono all’energia primaria richiesta da 40 centrali da 800 MW. Utilizzando buona parte degli impianti esistenti senza invadere nuovo territorio si otterrebbe on ulteriore risparmio. In merito ai costi i contrari rilevano che la centrale nucleare, simile a quelle ipotizzate per l’Italia, iniziata in Finlandia,nel 2005, dai 3 miliardi di euro iniziali è lievitata a 5,5. Il nucleare è una forma di generazione di energia concentrata, in mano alle grandi aziende energetiche. Invece le rinnovabili sono fonti distribuite, vicine alle utenze e gestibili da queste: la loro diffusione ne permetterebbe la riduzione dei costi e una maggiore competitività.
Investire nel nucleare significa non migliorare il rendimento energetico e non favorire la diffusione delle fonti rinnovabili.
SALUGGIA IN PIEMONTE - Voci ricorrenti danno come probabile la scelta di Trino, in Piemonte, per ospitare una delle centrali che si vogliono realizzare. Trino è a pochi chilometri da Saluggia, sito nucleare dove si verificano fughe radioattive, vicino alla Dora Baltea, che è il più grande affluente del Po e ad appena un chilometro e mezzo a monte del più grande acquedotto del Piemonte, quello del Monferrato, che ha i suoi pozzi proprio a valle degli impianti nucleari.
A Saluggia l’impianto per il trattamento di elementi di combustibile irraggiato ad alto arricchimento in uranio 235, attualmente non è più in esercizio ma nel corso della sua attività ha prodotto un grosso quantitativo di rifiuti radioattivi. Ed è a Saluggia che verrà costruito un impianto di solidificazione dei rifiuti radioattivi liquidi sulla base delle valutazioni tecniche dell’Ispra e della relazione dell’Arpa Piemonte, l’inquinamento è risultato circoscritto e non presenta alcun rischio per la popolazione. Ma il terreno contaminato dallo scarico dovrà essere considerato esso stesso un rifiuto radioattivo, che dovrà essere raccolto e conservato in un idoneo deposito nucleare. Sale perciò l’allarme fra i gruppi ambientalisti del vercellese, da sempre in prima linea per difendere un territorio che vede la presenza di uno dei più grandi depositi di scorie del nostro Paese. Il responsabile nazionale campagne referendarie di Sinistra ecologia Libertà, Paolo Cento afferma: "Con la scelta compiuta si calpestano i poteri e le prerogative delle regioni,e non si danno ai cittadini informazioni corrette, il Paese si espone a rischi seri e a costi insopportabili".
La preoccupazione maggiore, è quella legata al trattamento delle scorie, per le quali dopo tanti anni, non è stata ancora trovata la soluzione adeguata. L'energia è un bene comune il nucleare può essere una valida soluzione. Come tutti gli apparati tecnologici non è buona o cattiva in sè, diventa utile o dannosa in base all'uso sociale che se ne fa. Anche un coltello, semplice apparato tecnico, non è buono o cattivo dipende da come lo si usa. I legittimi dubbi sulla pericolosità delle scorie radioattive, le pagine web sono un indice di questa paura, sono lecite, ma il tentativo di cercare una fonte energetica sicura è pura follia, anche l’energia eolica e quella fotovoltaica hanno i loro oppositori.
Le scelte politiche che puntano sulla eliminazione dei rischi e sui meccanismi automatici per la riduzione delle anomalie sono non scelte, sono la ricerca di argomentazioni neghittose che si basano sull'effetto NIMBY(non nel mio giardino). In Italia, anche a causa della frammentazione del processo decisionale politico, le associazioni di cittadini contrarie sono facilitate nel rendere impossibile la realizzazione di opere pubbliche. Dal bene comune c'è il pericolo di arrivare a garantire l'interesse di pochi.
(di Carlo Baratta - del 2010-03-02)
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