I POPOLI IMMIGRATI COME "RISORSA"
Cosa intendiamo veramente dire quando alla parola ed al concetto di immigrazione affianchiamo la parola ed il concetto di “risorsa”, di quale tipo di risorsa parliamo, o forse dovremmo dire “salvezza”?
Lunedi scorso per la prima volta dopo tanto tempo, o forse proprio per la prima volta gli immigrati sono scesi in piazza ed hanno denunciato le loro precarie condizioni, di lavoro, di salario, di trattamento; si sono fermati peer farci capire che senza di loro forse gran parte della nostra economia si ferma, e ci sono riusciti!
In effetti tante fabbriche vanno avanti solo grazie a questa indispensabile forza lavoro, che si abbassa, o si innalza, a fare i lavori più umili e pesanti, lavori che tanti italiani non hanno mai conosciuto e forse mai conosceranno; per non parlare poi dei nostri anziani! Come farebbero senza le care “badanti” che, nel bene e nel male, li accudiscono?
Ma mi domando e vi domando: è giusto continuare a considerare gli immigrati come una risorsa solo in quanto ancora di salvezza per la nostra economia? Non si rischia forse di tarpare le ali a priori a tanti immigrati e di pensare che uno straniero possa fare solo il badante o finire in fabbrica?
Considerare un uomo o una donna come risorsa significa poterla apprezzare a 360 gradi, nella sua interezza, nella sua essenza, comprendere che da essa posso attingere un nuovo punto di vista, una nuova cultura, condividere esperienze di vita vissuta (e credete, gli immigrati di vita vissuta da raccontare ne hanno tantissima!) , condividere i miei valori e magari acquisirne di nuovi!
Significa non guardare con occhi diversi il mio dirigente sia che se si tratta di un italiano tanto di uno straniero!
La frase che sento tante volte dire: ”meno male che ci stanno gli immigrati” la condivido in pieno ma per i motivi che vi ho appena elencato e non solo perché portano avanti, grazie a Dio, la nostra economia! (di Barbara Angelucci - del 2010-03-09)
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