CRISTOFORO COLOMBO TRA MISTERI E VERITA’
Il marinaio genovese fu l’iniziatore di uno sconvolgimento senza precedenti
Tutti noi, nel corso dei nostri studi, ci siamo più volte fermati ad esaminare il personaggio di Cristoforo Colombo e la sua scoperta tanto straordinaria quanto fortuita.
E’ palese che l’interesse storico verso il marinaio genovese non sia tanto dovuto alla sua impresa quanto a ciò che essa ha innescato. Colombo fu l’iniziatore di uno sconvolgimento senza precedenti, tanto grande da scaturire una nuova periodicizzazione della storia, ponendo il 1492 come data di fine del medioevo ed inizio dell’età moderna.
Su una storia così ripetuta e rivista è normale che nascano luoghi comuni e leggende, che purtroppo spesso finiscono anche nei manuali scolastici di base. Un'analisi attenta dei fatti accaduti porta a rivedere la figura di Cristoforo Colombo sia nel suo ruolo di “scopritore”, sia per quanto riguarda le sue responsabilità su ciò che è accaduto in seguito.
CHI ERA CRISTOFORO COLOMBO - Fare un breve excursus della vita di Cristoforo Colombo ci permette di capire molte cose di lui, della sua storia e soprattutto di ciò che lo ha spinto nei suoi viaggi .
Raccontando la sua vita, sin dall’inizio ci s’imbatte in una serie d’opinioni discordanti che caratterizzano tutta la bibliografia su di lui. Si è discusso sulla sua origine: catalana, galiziana, portoghese, addirittura scandinava e greca; incerta è anche la sua data di nascita, si sa solo l’anno,1451.
Già da ragazzo si avvicinò alla carriera marinara, viaggiando in tutto il mediterraneo prima e nei mari del nord poi. Fino al 1484 le rotte percorse da Colombo sono anche quelle di molti altri navigatori, molto più esperti di lui. Ma l’aspetto originale in Colombo fu la sua voglia di unire alla passione per la navigazione le teorie della scienza antica e moderna: dalla naturali istoria di Plinio il Vecchio alla Geographia di Tolomeo. Da questa unione nacque il progetto di Colombo, concretizzatosi grazie alla conoscenza che egli fece del matematico Paolo del Pozzo Toscanelli, che fu poi il disegnatore delle carte presentate alla corte Portoghese.
COLOMBO E L’EUROPA - L’idea della sfericità della terra circolava già da diversi anni negli ambienti dotti di tutta Europa. Colombo decise di volerla sfruttare e verificare riuscendo a raggiungere le Indie navigando verso ovest cioè “buscar bel levante por bel ponente” come scrisse egli stesso in una delle sue relazioni.
La corsa verso nuove rotte era caratteristica comune di tutti gli stati poiché la geopolitica europea era cambiata. L’espansione dell’Islam in tutto il Mediterraneo, infatti, aveva provocato l’interruzione dei collegamenti con le Indie attraverso gli stretti dell’est.
Il progetto di Colombo tuttavia non riscosse successo in quanto in quel periodo le nuove rotte africane (in particolar modo la rotta che permetteva la circumnavigazione dell’Africa) risultavano già una valida alternativa per il raggiungimento dell’oriente.
Solo grazie alle amicizie spagnole di Colombo ed ai grandi finanziamenti provenienti da banchieri genovesi e fiorentini, la regina Elisabetta di Castiglia tornò sulle sue decisioni.
Vediamo quindi come la scoperta di nuovi mondi s'inquadra all’interno di un fervore d’iniziative, e Colombo in questo quadro non è che una particella quasi insignificante, non è lui l’uomo della svolta o almeno non lo era fino al 12 ottobre 1492.
I SUOI OBIETTIVI - Quali erano i reali obiettivi di Colombo? Rispondendo a questa domanda si possono sciogliere numerosi dubbi e luoghi comuni nati attorno al navigatore genovese.
In particolar modo si può confutare l’idea di un Colombo desideroso di potere e di profitti, un conquistatore insomma.
Colombo non era un conquistatore, non aveva sete di denaro né era interessato alle miniere d’oro che in seguito divennero l’obiettivo principale di tutti i conquistatori. Questo si evince nei numerosi discorsi trascritti nel suo diario di bordo, dove disprezza i suoi compagni di viaggio i quali non hanno altri interessi oltre al guadagno; si evince anche dalla storia dei suoi primi viaggi, quando egli non si ferma mai per molto tempo in un determinato posto ma ne esplora sempre di nuovi.
La cosa che spinse di più Colombo nei suoi viaggi fu la sua morbosa e maniacale religiosità.
In quel periodo la lotta tra Cristianesimo ed Islam aveva toccato l’apice della violenza: la Spagna era occupata dagli Arabi, le Crociate avevano portato terrore in terra santa e soprattutto cominciava una vera e propria corsa all’evangelizzazione dei popoli. Fu proprio l’evangelizzazione l’obiettivo primario di Colombo. Ogni suo viaggio è dedicato “alla gloria della santa religione cristiana e della santa trinità” come scrive in una lettera al papa.
Il progetto iniziale di Colombo, ampiamente documentato nei suoi scritti, era la liberazione di Gerusalemme, e la conversione al Cristianesimo del Gran Khan cinese di cui era venuto a conoscenza tramite gli scritti di Marco Polo.
L’altro grande obiettivo di Colombo era la voglia di esplorazione. Egli aveva una passione innata per la natura, tant’è che uno storico di rilievo assoluto come Tzevan Todorov lo definisce più un naturalista che un navigatore. I suoi diari sono stracolmi di descrizioni minuziose di ogni essere, animale e vegetale, con cui Colombo entra in contatto, compresi gli indigeni.
In queste dettagliate descrizioni vi è un particolare che assolve Colombo dall’accusa di cupidigia e lo differenzia da tutti coloro che gli sono succeduti: di ritorno dal primo viaggio Colombo portò alla corte spagnola campioni di ogni materiale che aveva trovato sulle nuove terre, tra cui l’oro, che egli presenta alla regina insieme a pezzi di legno ed altri oggetti di nessun valore. Colombo considera l’oro al pari di ogni altra cosa trovata nel nuovo mondo, sebbene ne conoscesse il valore.
EROE O INVASORE? - Ciò che più anima la discussione su Cristoforo Colombo è lo sterminio delle popolazioni indigene. Molti lo hanno condannato come primo responsabile di quel genocidio, altri hanno invece salvaguardato l’immagine del viaggiatore coraggioso entrato in contatto con un ambiente selvaggio e quindi da civilizzare.
Senza dubbio Colombo ha delle responsabilità su ciò che è avvenuto in seguito, se non altro per essere stato il primo non considerare gli indigeni come esseri umani al pari degli europei. Le ragioni di questa declassazione sono principalmente di motivo religioso e culturale: gli indigeni sono nudi e soprattutto non sono citati nella Bibbia, parlano una lingua incomprensibile e offrono oro in cambio di cianfrusaglie.
Questo non vuol dire che Colombo disprezzava gli indigeni, semplicemente la sua mente non era in grado di assimilare il diverso.
Colombo si trovò a contatto con qualcosa di mai visto ne sentito e ciò provocò in lui una paralisi cognitiva. Se si pensa che egli era visse in pieno medioevo, con una mentalità viziata dalla religione la sua reazione è verosimile.
Colombo non va sollevato da ogni responsabilità, ma non va nemmeno paragonato ai vari conquistatori che lo succedettero. Questi partirono con navi da guerra e non con caravelle, sapendo esattamente cosa avrebbero incontrato e soprattutto entrarono in contatto con popolazioni civilizzate, con un modello di società simile a quello europeo e che quindi non avevano nulla che facesse pensare a qualcosa di “diverso”.
Le barbarie compiute da Cortes, Pizarro e da tutti coloro che frequentarono e dilaniarono l’America nel secolo successivo alla scoperta non possono avere come unico responsabile un marinaio con la passione per la natura, che dopo sette viaggi morì in povertà e dimenticato da tutti mentre un continente intero faceva razzie in un altro.
(di Francesco Creato - del 2010-04-14)
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