RICOMINCIO DA TRE…ANNI SENZA LODE
Juve, dopo 3 anni di oblio, non può più rimandare l’appuntamento con il ritorno alla gloria
Facendo la parodia ad un famoso film di Troisi, la Juve, dopo 3 anni di oblio, non può più rimandare l’appuntamento con il ritorno alla gloria: lo chiede la piazza, lo chiede la storia. Per farlo occorre smantellare un team sin dalle fondamenta ed affidarsi finalmente a gente di grido, a cominciare dall’allenatore, che potrebbe essere Benitez...
UNA INVOLUZIONE CHE PARTE DA LONTANO - La crisi della Juventus affonda le sue radici nell’estate del 2006. Delle tumultuose intercettazioni misero alla gogna il sistema calcistico italiano ed in particolare l’illustre Juventus, che si vide defraudata di due Scudetti con annessa retrocessione in Serie B, come mai le era accaduto in oltre un secolo di storia e leggenda. Lo squadrone di Fabio Capello verrà quindi pressoché smantellato sin dai vertici dirigenziali (epurati il Presidente Stevens, Moggi e Giraudo), e della vecchia guardia rimarranno solamente in pochi, come Trezeguet, Nedved, Buffon e soprattutto il capitano di mille battaglie, Alex Del Piero, bandiera per antonomasia della Signora.
La Zebra nella cadetteria farà un figurone e l’anno dopo è già pronta per lottare per i vertici della massima Serie. Difatti, gli uomini del neo mister Ranieri, avvalendosi più che altro degli stessi protagonisti di Serie B, come lo stesso Del Piero (21 gol e capocannoniere ad oltre 33 anni), si faranno onore con un ottimo 3° posto finale dietro Inter e Roma. L’anno scorso, continuando a battere una linea di mercato assai rinunciataria, i bianconeri attraverseranno un periodo no, e per non lasciarsi sfuggire il podio del torneo si affideranno nelle ultime 2 giornate al neofita Ciro Ferrara, pluridecorato da giocatore di Napoli e Juve appunto. La Juventus agguanterà il 2° posto, e per quest’anno non ci si può lamentare. Ma tutti sono concordi nell’auspicare una prossima stagione che rinverdisca i fasti perduti nel vortice di “Calciopoli”, magari mettendo mani al portafogli: l’alibi della B, dove si navigava sino a due anni fa, non regge più.
MANCATO RISCATTO - La dirigenza, ora facente capo a J.C.Blanc, preleva il fantasista Diego dal Werder Brema, per un acquisto accolto come uno dei migliori della storia del team di Corso Galileo Ferraris. Inoltre verranno presi Felipe Melo dalla Fiorentina, Caceres dal Barcellona, Grosso dal Lione ed il figliol prodigo Cannavaro dal Real Madrid. La Juve verrà posta da molti addetti ai lavori in vetta alle favorite per il campionato 2009-2010. L’inizio del torneo, difatti, avvalora codesta tesi, visto che la banda Ferrara incanalerà 4 vittorie di seguito, di cui 2 all’Olimpico di Roma contro gli stessi giallorossi ed i laziali. La nuova Juve Paradiso pare finalmente arrivata. Tuttavia sin dalla 5^ giornata qualcosa sembra incepparsi nei meccanismi juventini, e la compagine di Ferrara impatterà a Genoa 2-2. Ma il vero campanello d’allarme suonerà la domenica successiva, quando in casa contro il Bologna, in vantaggio 1-0, si faranno raggiungere dai rossoblù proprio all’ultimo minuto.
Sarà l’inizio di una serie infinita di vicissitudini che vedranno la banda torinese incappare, sinora, in 13 sconfitte (passando dalla guida Ferrara a quella Zaccheroni), senza contare quelle di Coppa Campioni ed Uefa, dove saranno fatti fuori alle prime battute in maniera inconcepibile. Mentre vi scriviamo la Zebra occupa soltanto la 7^ posizione in graduatoria di A, tagliata fuori dall’Europa. In questa stagione niente sembra aver funzionato, dagli acquisti -rivelatisi fallimentari- alla condizione psico-fisico-atletica, per un team parso “sprovveduto” in ogni settore e reparto, dove l’unico ad uscirne con dignità è stato manco a dirlo il solito inossidabile Del Piero, malgrado abbia perso quasi metà stagione per infortuni e turnover più o meno consoni alle varie situazioni createsi. Doveva essere la stagione del riscatto ma sinora è stata la stagione dell’infamia. Si dovevano scordare in fretta i 2 anni post-B, ed invece al momento bussano addirittura alla porta della nostalgia.
BENITEZ PER TORNARE A SOGNARE IN GRANDE STILE - Per tornare prepotentemente alla ribalta occorrerà una vera rivoluzione. Dovranno fare le valigie tanti presunti pezzi da 90 rivelatisi rovinosi, da Zebina a Grosso, da De Ceglie a Melo, sino ad arrivare ad Amauri, il flop dei flop, tanto per citarne alcuni. Anche Trezeguet pare destinato a cambiare aria. Alla resa dei con¬ti l’unico certo di restare è Del Piero che ha il contratto in scadenza nel 2011 e che con¬cluderà la carriera a Torino. Urgono acquisti di grido, gente con esperienza di n certo livello sul groppone, senza più scommettere su giovani acerbi che hanno cagionato sin troppi danni in questi ultimi anni (vedasi Molinaro, Nocerino,Marchisio, Giovinco, Candreva…).
Già si fanno nomi altisonanti come Piquè, Malouda, Robben, Pazzini, Torres, Dzeko, Mascherano, ma è soprattutto la guida della squadra che sta diventando un tormentone. Il nome più gettonato sarebbe quello di R.Benitez il quale avrebbe già trovato l’intesa col Liverpool per la rescissione consensuale del contratto, con tanto di ricca buonuscita che oscillerà tra i 10 e i 15 milioni di euro. Benitez, a differenza dei suoi predecessori (Ranieri, Ferrara e Zaccheroni) vanta un palmares sontuoso, dove campeggiano una Champions (quella ottenuta in maniera miracolosa contro il Milan nel 2005), due Coppe Uefa, una FA Cup e due titoli nella Liga. Insomma, dopo tanto penare pare giunto il momento del “ricomincio a sognare”.
(di Alberto Sigona - del 2010-04-29)
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