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MOURINHO: L’ALLENATORE CHE HA RIVOLUZIONATO IL LINGUAGGIO SPORTIVO IN ITALIA

Il mago della comunicazione, amato-odiato da stampa ed opinione pubblica, resta il tecnico più desiderato e pagato al mondo

Arrivato in Italia, sulla panchina dell’Inter, nel giugno 2008 Josè Mourinho dopo 2 anni in cui ha vinto tutto o quasi quello che c’era da vincere ha tolto il disturbo ed è volato in Spagna, alla guida del Real Madrid.
Indiscutibule competenza da grande allenatore come dimostra il suo straordinario curriculum costruito sopratutto sulle panchine di Porto, Chelsea e Inter, carisma e carattere ne fanno di lui un personaggio controverso, tanto amato dai suoi tifosi e tanto odiato dai tifosi avversari.
Soprannominato The Special One, come lui stesso si definì durante la sua prima conferenza stampa al Chelsea, Mourinho è sempre stato uno dal carattere spavaldo, uno che non le manda mai a dire, uno che non ama la retorica e le frasi fatte ma dice sempre quello che pensa senza tanti giri di parole. Insomma un’atipico del mondo del calcio, soprattutto di quello italiano, e di questo Mourinho ne è stato consapevole da subito, risultando quasi un pesce fuor d’acqua.
Prima di lasciare il calcio italiano non sono mancate le dichiarazioni sul rapporto difficile col nostro paese: “In Italia non sono felice. A me non piace il calcio italiano e io non piaccio a lui”.
Chiaro il riferimento alle tante polemiche con protagonisti del mondo del pallone nostrano che ne hanno caratterizzato la sua avventura italiana. Da Ranieri prima allenatore della Juve e poi della Roma, ad un giornalista del Corriere dello Sport. Deferito, multato e squalificato più volte dal giudice sportivo per qualche parola di troppo, sempre dai toni accesi, o per qualche gesto provocatorio (vedi le manette mostrate al pubblico in occasione di Inter-Sampdoria dell’ultimo campionato) Mourinho ha avuto sempre con chi dibattere.
UN MAGO DELLA COMUNICAZIONE - Appena arrivò in Italia alla prima conferenza stampa, si presentò dicendo di non essere un pirla. Ed effettivamente ha dimostrato di non esserlo. Un vero maestro della costruzione del gruppo e della cementazione dello spirito di squadra, che mette il risultato davanti a tutto. Si è spesso detto di lui che sia un mago della comunicazione, uno che usa benissimo i media, costruendo polemiche ad hoc per attirare tutte le attenzioni di giornali e tv su di lui, allegerendo così la pressione mediatica sulla squadra.
I fatti finora gli hanno dato ragione, portandolo ad essere l’allenatore più desiderato e pagato del mondo, anche se lo spettacolo non sempre è caratteristica riconoscibile delle squadre da lui allenate.
Un uomo duro, che con qualsiasi mezzo difende la sua squadra e con qualsiasi mezzo prova a vincere, con le ambizioni professionali in continua evoluzione che spesso lo portano a non godere appieno delle vittorie raggiunte, vedi la Champions League con il Porto e l’ultima con l’Inter vissuta già con la testa al Real.
(di Gaetano Scavuzzo - del 2010-06-22) articolo visto 4789 volte
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