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VIS A VIS CON AMEDEO MODIGLIANI

l'artista: il pittore, lo scultore

IL MUSEO - Nel nuovissimo Museo d'Arte di Gallarate, dal 19 marzo al 19 giugno, è stata allestita una bellissima mostra di venti dipinti e una cinquantina di disegni di Amedeo Modigliani, provenienti da collezioni e musei italiani e stranieri.
Si tratta di una grande struttura ben inserita nel tessuto urbano e costituita da due corpi comunicanti; ristrutturando un fabbricato industriale risalente agli anni successivi al 1930 si è ottenuto uno spazio interno di circa 7000 mq, diviso in cinque aree diverse che permettono sia esposizioni temporanee che permanenti.
NOTE BIOGRAFICHE DELL'ARTISTA - Amedeo Modigliani proveniva da una famiglia colta e benestante di Livorno e si stabilì a Parigi nel 1906, dopo aver frequentato la Scuola libera del Nudo a Firenze e quella delle Belle Arti di Venezia, con il desiderio di conoscere, di provare nuove esperienze e di percorrere strade insolite.
La sua condotta, a volte delirante, lo portò ad essere considerato un pittore “maledetto”. A Parigi Modigliani si inserì nella vita artistica del momento facendosi apprezzare anche come conoscitore di poesia (tra l'altro declamava bene a memoria La Divina Commedia).
Nel 1907 conobbe il collezionista Paul Alexandre che gli permise di iscriversi al Salon des Indipendants.
Gli anni successivi al 1910 lo videro immerso sempre più nell'ambiente artistico parigino e nel genere di vita , che aveva liberamente scelto: forse l'ultimo, geniale bohèmien!
Tormentata fu anche la sua vita sentimentale: dopo il tempestoso legame con la giornalista e poetessa inglese Beatrice Hastings, conobbe la diciannovenne Jeanne Hébuterne, allieva dell'Académie Colarossi e con lei divise l'ultimo periodo della sua esistenza.
La salute cagionevole e le ristrettezze causate dalla guerra, lo indussero a trasferirsi sulla Costa Azzurra; fu un breve periodo di particolare trepidazione, lavoro ed attesa; a novembre del 1918 alla Maternità di Nizza nacque la figlia, Jeanne.
Nel maggio del 1919 i tre tornarono a Parigi e Modigliani continuò a dipingere, ma ormai era troppo tardi; con il grande rimpianto di non essere potuto tornare l'Italia, l'artista si spense il 24 gennaio 1920 nell'Ospedale della Carità, colpito da meningite tubercolare. Il giorno dopo, la giovane Jeanne Hébuterne, in attesa di un altro figlio del pittore, si lanciò nel vuoto, dal quinto piano della casa dei genitori. Conclusa la tragedia umana, tutto sembrò inghiottito dal fatale precipitare degli eventi, ma la notorietà raggiunta da Modigliani continuò la sua ascesa.
MODIGLIANI PITTORE - Annoverato tra gli artisti indipendenti, non direttamente partecipe ad alcuna scuola o movimento d'avanguardia del Novecento, in un primo momento si inserì nella vita artistica di Montmartre, frequentò il Bateaux-Lavoir e strinse amicizia con Picasso, Jacob, Kisling e tanti altri.
Proveniente da una cultura rinascimentale, egli dette un tocco di nervoso alla purezza della linea di carattere senese, dalla quale apprese il significato della linea di contorno che definisce l'oggetto rappresentato, lo costruisce e, al tempo stesso,è di per sé mezzo espressivo; invece i colori a volte esasperati, appaiono mediati dai fauves, mentre la pennellata costruttiva deriva, forse, dall'insegnamento di Cézanne.
Erano momenti fervidi di novità, di discussioni, di creazioni; si pensi che il 1907 è l'anno delle Damoiselles d'Avignon e di lì ad un anno si sarebbe parlato per la prima volta di cubismo.
Tutto questo non sarebbe stato estraneo a Modì (come ormai tutti lo chiamavano): da Matisse apprende il ritmo della linea sinuosa, da Cézanne e dal cubismo la forza costruttiva. Ma, come già detto, Modigliani non aderisce a nessuna di queste correnti, né successivamente ad altre.
Egli non è soltanto pittore; è anche scultore, anzi forse scultore ancor prima che pittore: la sintesi volumetrica è scultorea anche in pittura, il disegno stesso ha la definizione dello scultore; questo aspetto del suo modus operandi, lo avvicina al grande Michelangelo Buonarroti.
MODIGLIANI SCULTORE - Le forme essenziali e compatte della sua scultura sono caratterizzate sempre da una raffinatezza sensuale che le ricollega all'arte negra, di cui fu un fervido estimatore, e che studiò insieme allo scultore rumeno Brancusi, trasferitosi anch'egli a Parigi.
Sensibile alle suggestioni del decorativismo liberty diffuso in tutta Europa agli inizi del secolo, fuse l'arabesco e la linea ornamentale con il vigore plastico ed espressivo delle sculture primitive; nascono così le teste in pietra arenaria in cui si avvertono sia i modi tribali, sia quelli greco-arcaici.
Realizzò infatti negli anni intorno al 1910 alcune mirabili sculture, un tempo poco note; erano teste, fortemente stilizzate, allungate e sottili, dal profilo tagliente come la prua di una nave; molti disegni ne sono il necessario corollario, concorrendo a raggiungere l'estrema semplificazione.
(di Sabina Di Rado - del 2010-06-25) articolo visto 5169 volte
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