IL SACRO ANGELICO MILITARE
ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO
Nell’articolo trattante “Ordine Costantiniano di San Giorno da Costantino alla Casa reale di Borbone”, è stato condiviso con Voi lettori il percorso storico dell’antichissimo Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Chiare le vicende che
hanno portato a trasmettere il patrimonio culturale e religioso dell’Ordine
Costantiniano. Molteplici sono le considerazioni rese da esperti in araldica,
che hanno prodotto nel corso dei decenni non pochi errori di interpretazione.
Sta di fatto che moltissimi documenti anche consultabili sono depositati presso
il museo della chiesa di Santa Maria della Steccata in Parma, sede dell’Ordine
stesso. Ma entriamo nel dettaglio di questo Ordine partendo dall’ultimo titolare
della casata Comneno (diretti discendenti dell’Imperatore Comneno dell’Impero
d’Oriente) – esattamente Giovanni Andrea Flavio Comneno, che nel 1697 stipulò la
cessione che venne sancita, tra l’altro con bolla pontificia “sincerae fidei” di
Papa Innocenzo XII del 1699 in favore del Duca Francesco Farnese. Nel 1731
estinguendosi la Dinastia Farnese il ducato stesso venne gestito da Carlo di
Borbone infante di Spagna (figlio di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna).
Dopo circa 3 anni, lo stesso Carlo di Borbone, divenne re di Napoli e
trasferendosi nel capoluogo partenopeo trasferì di propria iniziativa tutti i
documenti dell’archivio, tenuti in Parma. Immediatamente sorse una legittima
rivendicazione da parte dei Duchi di Parma e Piacenza, più esattamente (Filippo
e Ferdinando) ma nulla valse affinché il Gran magistero dell’Ordine potesse
tornare in Parma.
E’ probabile che tutto questo sia stato un atto di forza dato
dalla potenza politica che lo stesso Carlo di Borbone infante di Spagna aveva e
della sua influenza sui cugini iberici. Ben presto e parliamo del 1759, “Don
Carlo” con la sua corsa verso il potere diviene anche Re di spagna e come si è
già visto in questa rubrica, per divenire tale, abdicò in favore del figlio
terzogenito.
Nulla di particolare se quest’ultimo fosse stato primogenito. Ciò
nonostante per una serie di circostanze, la Santa Sede, determinò ugualmente il
riconoscimento dell’Ordine Costantiniano delle Due Sicilie, senza procedere ad
annullamento della bolla pontificia, precedentemente emessa da Innocenzo XII,
anzi riconfermata da Clemente XI che riconobbe ancora una volta la titolarità
del Gran magistero al Re di Napoli.
Con l’avvento dell’Impero Francese e la relativa occupazione di Napoli,
automaticamente il Gran vennero assimilati nuovamente i diritti in precedenza
“sottratti”.
Parallelamente, grazie all’allora Ferdinando I°, Duca di Parma e
Piacenza, tutto il patrimonio riottenuto venne devoluto alla comunità del
ducato. Ciò nonostante il pieno diritto del Gran magistero rimase ancora per
alcuni anni alla Casa Borbone delle Due Sicilie. Esattamente nel 1816, facendo
seguito ai mutamenti geo-politici sviluppati dal Congresso di Vienna, Maria
Luigia d’Asburgo, Duchessa di Parma e Piacenza diretta discendente della
faglia Farnese, assume il gran Magistero dell’Ordine Costantiniano di san
Giorgio, in forza del legame “ius sanguigni” con il nonno Ferdinando di Borbone
Re di Napoli.
La nobilissima Maria Luigia d’Asburgo, adottò una incisiva fase di riforme
nell’Ordine, che si concluse tra le altre cose con la suddivisione in 5 classi.
L’anno immediatamente successivo al suo insediamento, bolla della Santa Sede
riconobbe inoltre all’Ordine Costantiniano di San Giorgio la titolarità della
chiesa magistrale di Santa Maria della Steccata.
Per quanto sopra, la stessa Casa Reale Borbone delle Due Sicilie, non
opponendosi alla determina ed approvazione della Santa Romana Chiesa, riconobbe
l’autorità ed autonomia.
Da queste condizioni scaturì un reciproco rispetto tra i due rami che proprio
nei tempi recenti si è ancor di più consolidato.
Dagli inizi del ‘900, la chiesa magistrale di Santa Maria della Steccata ed il
patrimonio ad esso connesso è interamente gestito da un consiglio che è
presieduto da S.E. il Vescovo della città verdiana, dal Sindaco, dal Presidente
della Provincia, dal Presidente del tribunale ma anche dal magnifico rettore
dell’Università.
L’ordine Costantiniano di San Giorgio secondo la legge 178/1951
è definito ordine non nazionale.
Gli aderenti, e tutti coloro che hanno l’onore di farne parte hanno sempre, come
tutt’ora, svolto attività in favore dei meno abbienti, con grande testimonianza
di amore e generosità nei confronti del prossimo.
Come per il ramo di Napoli, anche l’ordine appena trattato, è riconosciuto
“Ordine non nazionale”, pertanto comunque autorizzato l’uso delle decorazioni,
con legge dello Stato del 03 marzo 1951 nr. 178 art. 7 anche secondo il parere
espresso dal Consiglio di Stato del 26 novembre 1981 nr. 1869.
(di Rino Berardi - del 2010-10-02)
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