IN PALESTRA PER ALLENARE IL CERVELLO
nuova scoperta da parte dei ricercatori dell’Università di Campinas, in Brasile
Perché si va in palestra? Sono molteplici i motivi. Dai più scontati come quello di stare bene sentendosi in forma, per accrescere la consistenza dei propri muscoli (soprattutto i maschietti) o per essere più snelli, più tonici e più belli (soprattutto le donne).
C’è chi fa dell’attività fisica uno stile di vita, una passione che talvolta può divenire tanto travolgente da tramutarsi in una forma di vera e propria dipendenza, di cui non si riesce farne a meno.
In palestra si può andare anche per moda, semplicemente perché tutti lo fanno, o per poter eliminare i chili superflui al fine di entrare in un vecchio paio di jeans che non si indossa più da tanto o ancora si può andare semplicemente per stare in compagnia, per fare un’attività insieme al proprio patner o amico/a.
Soprattutto nella stagione invernale le palestre si ripopolano e si inizia a lavorare duro per l’estate seguente. Ma in palestra non si allena solo il corpo, come comunemente tutti credono, ma anche il nostro cervello.
In particolare, a tal proposito, i ricercatori dell’Università di Campinas, in Brasile, hanno messo in luce che in condizioni di obesità è possibile allenare i neuroni implicati nel senso di sazietà. Questa tipologia di neuroni sarebbero proprio quelli che servono per il controllo del senso dell’appetito.
Sempre questi studiosi, avvalendosi di ricerche precedenti, avevano visto che un’alimentazione eccessiva (obesità) può portare ad una resistenza, a livello di ipotalamo ,di due ormoni essenziali nel controllo dell’appetito. Si tratta dell’insulina e della leptina.
Ricordiamo che l’insulina è un ormone proteico prodotto all’interno del pancreas. Viene secreta quando il livello di glucosio nel sangue è alto ( cioè nel momento in cui vengono ingeriti cibi ricchi di carboidrati).
Essa quindi cresce nel sangue al fine di far utilizzare lo zucchero per mantenere il metabolismo basale degli organi, per immagazzinarlo nel fegato sotto forma di glicogeno e per trasformare in acidi grassi la molecola base. Da essa si formeranno i grassi che daranno origine all'adipe. Quindi la sua la funzione consiste nel ridurre la glicemia, ovvero il valore di concentrazione di glucosio nel sangue.
Anche la leptina, come già detto, è un ormone essenziale nella regolazione dell’appetito e del metabolismo. È uno dei principali ormoni prodotti dal tessuto adiposo ed ha un’azione anoressica perché blocca la crescita del tessuto adiposo diminuendo l’appetito. Quando l’insulina è bassa, si riduce la sintesi di leptina. Questo meccanismo permette il controllo sulla crescita della massa magra. La mancanza o resistenza alla leptina può causare obesità.
Questo perché l’individuo agisce come se il suo organismo fosse in uno stato di permanente digiuno.
Date queste premesse, ritornando agli studiosi dell’Università di Campinas, possiamo dire che dalla loro ricerca, pubblicata su “Plos Biology”, si è visto che sottoponendo un gruppo di topi in sovrappeso ad un allenamento intensivo, ovvero a sessioni di nuoto di un’ora al giorno, cinque giorni a settimana, per un mese, si registravano degli aumenti a livello di due proteine. Si tratta dell’interleuchina 6 e dell’interleuchina 10. Esse aumentano la sensibilità proprio all’insulina e alla leptina.
L’allenamento fisico avrebbe comportato, secondo gli autori, il ripristino dei segnali biochimici che bloccano la fame. I risultati attestano una diminuizione dell’assunzione del cibo da parte dei topi. Il gruppo di controllo, costituito da animali non obesi sottoposti allo stesso allenamento, invece non ha riportato alcun cambiamento.
(di Dott. Massimiliano Stocchi e di Rita Insalata - IGEA Centro Promozione Salute - del 2010-12-14)
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