EMPATIA ED AFFIDAMENTO NEL MASSAGGIO SENSITIVO GESTALTICO
L’empatia è il termine linguistico che più di ogni altro attraversa trasversalmente la formazione del counselor, ed appartiene al “fare” di qualsiasi istituzione ed operatore che si occupi di relazione d’aiuto. Per quanto si tratti di un’esperienza comune nella quotidianità di chiunque, ed espressa su piani diversi di coscienza, l’empatia nasce da una riflessione appartenente alla dimensione dell’Estetica: è il termine capace di tradurre in realtà la contemplazione del bello in natura e nell’arte. Ma questa riflessione non fa altro che rendere chiara una realtà che appartiene all’Uomo come Essere vivente, nella sua unità inscindibile: ogni Uomo è capace di empatia e definisce e struttura, attraverso questa competenza, il proprio modo di abitare il mondo, diventando un vero e proprio modello esistenziale, una virtù.
Ciò che traspare da una osservazione dell’esperienza empatica, proiettata nella quotidianità, costruisce indizi riguardanti il bisogno “viscerale” d’essere accolti, conosciuti, ri-conosciuti, apprezzati ed amati nel proprio intimo: un bisogno che ha i connotati del fondamento, della radicalità. L’empatia “tocca” con struggente verità e profondità proprio perché l’altro è visto come conosciuto la prima volta, un universo irriducibile a quanto ne sappiamo in precedenza, ri-trovato e ri-scoperto nella sua unicità.
Il processo attraverso il quale “avviene” l’accudimento empatico (fermo restando il fatto che l’empatia è una categoria relazionale non riproducibile intenzionalmente) è all’interno di una relazione interpersonale significativa, laddove per “significativa” intendiamo un avvenimento interpersonale in cui l’empatia è vissuta come virtù.
Il counselor, colui che aiuta l’essere umano a scorgere le potenzialità, e che si lega in relazioni irriducibili a quelle naturali, struttura una sorta di “parentela elettiva” fondamento di ciò che nello sviluppo sociale può essere identificato come “microcomunità empatica”; così il cliente, vedendosi e sentendosi riconosciuto nella sua intimità, amato per ciò che è, impara a conoscere, ri-conoscere ed ad amare lui stesso.
Il sentimento empatico diventa allora circolare, un “uroboro”(1) di virtù accrescitive: dapprima attivando qualità di libertà e consapevolezza, attraverso la circolarità dialettica, eppoi, permettendo la capacità di auto-empatia - empatia per sé stesso - perviene all’auto-attualizzazione di stampo rogersiano, espressione piena delle potenzialità esistenziali ed umane.
Il risultato di tutto il procedere empatico all’interno di momenti vissuti con pienezza e “contatto”, è il soddisfacimento del bisogno fondamentale d’essere amati nel cuore: struggente e intrascendibile consapevolezza di essere preziosi per qualcuno, desiderio d’essere desiderati nella profondità del Sé.
Il reale affidamento espresso all’interno di una “sana ed evolutivamente necessaria” relazione d’aiuto si concretizza laddove esistano le condizioni “necessarie e sufficienti” per cui un essere umano possa prendersi la libertà di “lasciare andare” le resistenze, la corazza muscolo-caratteriale, le sovrastrutture cognitive e finalmente riprendere possesso del personale, quanto intimo, mondo intrapsichico.
Uno “strumento” utile, un “pretesto relazionale” adeguato alla concretizzazione operativa dell’empatia e dell’ affidamento, lo troviamo nel S.G.M.® Massaggio Sensitivo Gestaltico®: nato nella culla dell’Human Potential Movement, l‘ Esalen Institute, sede del „cuore“ della Gestalt Therapy, rappresenta l’approccio più profondo alla fisicità, così come contemplata nella Terapia della Gestalt. Potenzia la consapevolezza corporea partendo da raffinate tecniche di massaggio, in perfetta armonia con la visione Gestaltica di Fritz Perls,il fondatore della Gestalt, che ha autorizzato la creatrice, Margaret Elke, negli anni ’70, all’inserimento del termine gestaltico nella denominazione di questo massaggio: S.G.M.® Sensitive Gestalt Massage®.
S sta per SENSITIVE: il termine si riferisce alla precisione dei movimenti; l’applicazione di passaggi ben definiti, delineando le diverse parti del corpo, consente di prendere coscienza del proprio Schema Corporeo, di percepire accudimento e particolare cura;
G sta per GESTALT: il termine si riferisce al processo esperenziale dell’essere nel qui ed ora con particolare attenzione all’interiorità corporea, all’entrare in contatto con il Sé e con il mondo attraverso il corpo. Sotto tale profilo sono di ausilio tecniche respiratorie, di immaginazione corporea , l’impiego appropriato di feed-back verbale e, sul piano specificamente corporeo, frequenti movimenti di massaggio che unifichino parti del corpo nella totalità somatica e sviluppino radicamenti somatopsichici;
M sta per MASSAGE: il riferimento è ad una grande varietà di stiramenti, mobilizzazioni ,dondolii vibrazioni,impastamenti,sfioramenti che portano a stimolare il sistema neuro sensoriale, energizzando l’organismo, unificandolo e radicandolo.
Questa consapevolezza corporea porta con sè un nuovo ascolto che implica una visione più ampia di se stessi: nel ricevere abbondano sentimenti di pace interiore, calma, amore per se stessi e una percezione amplificata del piacere e della sensualità, rivissuta in modo infantile, come coinvolgimento globale di tutto il corpo.
Fasi salienti e irrinunciabili del S.G.M.® sono:
PRECONTATTO: l’accomodamento del cliente,la “centratura meditativa” del massaggiatore, la creazione del “vincolo respiratorio” e gli stiramenti
CONTATTO: la “danza del massaggio”
CONTATTO PIENO: processo di radicamento totale e momento di integrazione dell’esperienza
RITIRO: Tecniche di stimolazione e feed-back verbale
L’S.G.M.® fa parte di un più ampio concetto del „lavoro sul corpo“, che si può definire del „cuore che tocca“: I nuovi massaggi non usano solo le mani ma anche il "cuore che tocca". Si sfiora la pelle con una delicatezza estrema. Pelle che è un organo intelligentissimo - un vero cervello emozionale - e che stimolato a dovere esalta le nostre capacità fisiche, cognitive ed emozionali. Si lavora a contatto di cuore e di respiro instaurando un rituale di fluidità e meditazione. Ci si ispira alle idee di massaggiatori artisti ma anche di mistici e sciamani. Nei nuovi massaggi si integrano anche i "tocchi di redenzione" dei mistici orientali e degli sciamani per sfiorare le aure e i nostri "corpi angelici" restituendoci così la consapevolezza del Buddha segreto che è dentro di noi. Veri viaggi interiori verso il mistero della nostra esistenza e della nostra sacralità. La mano amica, guidata da un cuore che sa "ascoltare", sfiora con amorevole intensità. Rispetta i limiti ed entra così nelle più intime profondità per sciogliere le resistenze e per creare il "miracolo": uno stato speciale in cui finalmente ci si può "lasciar andare all'onda della vita".
I nuovi massaggi del "cuore che tocca" non sono schematici. Non si focalizzano su sequenze meccaniche. La "mano madre" guidata dal cuore non premerà con forza ma sfiorerà le zone dolenti con compassione. Ognuno di noi è un mistero. Un'opera d'arte della creazione che va bene così come è. Il corpo umano che si difende creando corazze lo fa per proteggersi dalla violenza quotidiana. Il tocco del cuore non è mai schematico. E' invece imprevedibile e istintivo. Chi ci massaggia sfiorerà con intuitività e senza seguire sequenze precise. Si lavora assieme sincronizzando il respiro. Creando una empatia energetica e somatica, una fluidità e una specie di "danza a due". Dove non c'è più chi dà e chi solo riceve. Si crea una polarità e un intersambio.
Il tocco amorevole nasce da una purezza di cuori e di intenzioni. E' un incontro caldo e comunicativo, pelle a pelle. Fatto di intime e rispettose "culle": posture archetipe che ricordano l'abbraccio di una madre, di un amante o di chi ci sostiene con carità nel momento del dolore. Non creano dipendenze affettive o energetiche ma invece un clima di amicizia e grande intimità. Permettono di godere il presente e insegnano che i blocchi sono nella mente. Fanno percepire che per stare bene non c'è nessuno sforzo da fare. Ma solo un lasciarsi andare. Niente da raggiungere o conquistare. Il "Cuore che tocca" può far riscoprire il vero corpo libero, sensuale e selvaggio. Dona uno stato di grazia. Perchè il "cuore che tocca" è "una mano che ci dà il benvenuto nel centro quando l'uomo si ritrova sull'orlo del grande confine dove tutti i riferimenti umani sono scomparsi".
1.L'Uroboro (derivante dal Greco dove 'ourá' sta per 'coda') detto anche: Ouroboros, Ourorboros, Oroborus, Uroboros o Uroborus è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo Gnosticismo e all'Ermetismo. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è rappresentato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro.
(di Dott. Francesco Ruiz - IGEA Centro Promozione Salute - del 2011-02-09)
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