TRON LEGACY: AI CONFINI DELL’IRREALE
C’è chi parla poco, ma pensa tanto. C’è chi parla tanto e pensa tanto. C’è chi parla
PREMESSA – Entro i due anni di vita i bambini riescono a formare delle frasi semplici. Tra i tre e i cinque anni il numero di parole conosciuto è in continuo aumento, tanto da rendere i bambini sempre più capaci di gestire le regole del linguaggio. Da allora, per quasi tutti, è un continuo di parole: frasi che diciamo e che se non diciamo pensiamo. C’è chi parla poco, ma pensa tanto. C’è chi parla tanto e pensa tanto. C’è chi parla.
Ma ci sono momenti nella vita tali da rendere vano tutto quello che abbiamo imparato da piccoli. È una brutta esperienza, è come cadere dalla bicicletta perché ci si è dimenticati di pedalare. All’uscita dal cinema, con i titoli di coda che ancora andavano sullo schermo altrimenti bianco, la gente sembrava essere stata affetta da una sorta di mutismo. Ci sono veramente pochi motivi perché io non riesca a dire niente, su qualsiasi argomento, in qualsiasi lingua. Uno di questi è Tron Legacy. Non pago della prima esperienza con Tron Legacy ho deciso di raddoppiare a pochi giorni di distanza. Questa volta tante risate. Eppure Tron Legacy godeva di tutte le giuste premesse per lasciare il segno.
RACCOMANDAZIONE – Anzitutto un antenato degno di nota: Tron di Steven Lisberger, entrato nel pantheon della filmografia per aver azzardato la creazione di un nuovo genere, quello della realtà virtuale. Film targato 1982. Siamo, con Tron Legacy, nel 2010.
TRAMA – Dobbiamo anche ammettere che l’incipit della pellicola non è male. Inizio senza il 3D. La trama, che sembra voler mescolare assieme azione e sentimento, promette bene. Subito infatti ci coinvolge la storia di Sam Flynn, giovane ragazzo turbato dalla vita per la misteriosa scomparsa del padre Kevin Flynn, dal quale eredita la ENCOM, società informatica e contro la quale lotta, come trafficante informatico, non contento delle scelte della società stessa e del consiglio d’amministrazione.
Tornato nel vecchio ufficio del padre, a causa di una misteriosa chiamata che dallo stesso ufficio era arrivata ad un vecchio amico di Kevin, scopre un laboratorio segreto e una console ancora attiva. Inizia così la grande avventura di Sam all’interno della “rete”, un mondo totalmente digitalizzato. E, così, inizia anche il nostro calvario.
CONTENUTO – Per quanto infatti una realtà alternativa all’interno del computer possa risultare accattivante, nel momento stesso in cui lo spettatore si infila gli occhiali per il 3D si perde in un oceano di tutine e azioni insensate. Le tutine sono i costumi utilizzati dagli abitanti della rete. Tute nere con delle linee fosforescenti bianche, rosse o arancioni.
Difficile è distinguere i personaggi; i volti, poi, lasciati nell’ombra rendono improbabile cercare di leggere negli occhi dei protagonisti una qualche emozione. Il cattivo, Clu, l’alter ego di Kevin diventato malvagio, è privo di significato, in una storia dove sembra ci sia più interesse per bastoni che diventano delle moto che per un racconto che abbia qualche parvenza di sensatezza. Storie solo accennate, personaggi conosciuti solo da chi ha avuto la lungimiranza di leggere la trama su wikipedia, sono ignorati per un lavoro digitale che svuota di contenuto la storia narrata. Svuotato risulta l’incontro del figlio con il padre ritrovato, poco emozionante proprio perché avvenuto tra fantocci privi della loro anima.
Tron Legacy è l’emblema della società contemporanea, vuota, completamente vuota dentro, ma anche sformata dal di fuori. Ringraziamo il regista per averci risparmiato una storia d’amore tra Sam e Quorra, ragazza rimasta fedele al padre Kevin e compartecipe dell’avventura di Sam. Storia d’amore evitata ma che come fantasma compare alla fine del film; dalla serie: credevate di esservi risparmiati almeno un finale scontato? E invece no!
SORPRESE – Nota positiva per Michael Sheen nel ruolo di Castor, attore messosi recentemente in mostra per il ruolo di Aro in The Twilight saga – New Moon.
A salvare la pellicola è la colonna sonora dei Daft Punk che si mostrano musicisti a tutto tondo creando per Tron Legacy una vera e propria “classica” colonna sonora.
CHIUSURA DEL SIPARIO – E se la Walt Disney Pictures già pensa ad un possibile adattamento della pellicola per la televisione sotto forma di serie TV e alla possibilità di fare di Tron Legacy il primo di una trilogia, noi consigliamo al regista Joseph Kosinski, laureatosi negli anni ’90 in architettura, di non trascurare più i suoi studi!
LA SCHEDA – Titolo: Tron Legacy, Paese: USA, Anno: 2010, Durata: 127 minuti, Genere: azione, fantascienza, Regia: Joseph Kosinski.
(di Gianrico D’Errico - del 2011-02-22)
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