GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA: MEZZI DI COMUNICAZIONE NEL SECOLO XXI, NUOVE FRONTIERE, NUOVE BARRIERE
Il 3 Maggio si è celebrata la Giornata Mondiale della libertà di stampa, istituita 20 anni fa (nel dicembre 1993) dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella visione di un gruppo di giornalisti riuniti a Windhoek, in Namibia con l’obiettivo di stilare una Dichiarazione a tutela dei principi fondamentali della libertà di espressione sancita dall'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Venti anni dopo, il panorama dei media è diventato irriconoscibile, ma l’obiettivo rimane lo stesso: promuovere la libertà di espressione come fondamento della dignità umana e pietra angolare della democrazia. Godiamo di opportunità di espressione senza precedenti grazie alle nuove tecnologie ed ai media. Sempre più persone sono in grado di condividere informazioni e scambiare opinioni, all'interno ed oltre i confini nazionali.
Durante l’ultimo decennio, più di 500 giornalisti hanno perso la vita nello svolgimento della loro professione. Solo nel 2010 si sono registrate sessanta uccisioni in tutto il mondo. Ogni settimana vengono riportate notizie di giornalisti e bloggers che sono oggetto di intimidazioni e violenze. Le violazioni dei diritti umani fondamentali non possono rimanere senza risposta. Le autorità statali devono fare di tutto per contrastare l'impunità e per proteggere la sicurezza dei giornalisti. Non dimenticheremo mai il coraggio di giornalisti che hanno pagato con la loro vita per il nostro diritto di sapere.
Per questo motivo anche quest’anno , in contemporanea con la Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa Freedom House ha pubblicato i risultati della sua inchiesta globale sulla libertà di stampa , da cui risulta evidente che l’Italia e il Messico vengono hanno subito una forte retrocessione. Il Messico è passato a far compagnia al Venezuela, all’Honduras e a Cuba tra i paesi Non Liberi di colore viola mentre l’Italia, al pari dell’Argentina, il Brasile, il Perù, l’Ecuador, la Colombia, la Bolivia, il Guatemala e la Repubblica Dominicana, tra gli altri, è tra i paesi solo Parzialmente Liberi in giallo.
L’Italia resta in basso a causa della forte concentrazione mediatica e delle ingerenze politiche nei mezzi d’informazione statali secondo il rapporto. Il ranking ci mette al 75esimo posto nel mondo su 154 paesi analizzati (l’anno scorso eravamo al 72esimo) dietro al Benin e alla Guyana e al penultimo posto in Europa davanti alla Turchia.
In conclusione vent'anni dopo Windhoek, le stragi e gli eventi a cui assistiamo, come l’ultimo ma non isolato caso del giornalista cooperante Vittorio Arrigoni, barbaramente ucciso il 15 aprile dimostrano ogni giorno che la promozione della libertà di espressione resta più importante che mai.
(di Valeria Sciarretta - del 2011-05-18)
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