VACANZA, UN GRANDE PIACERE PSICOLOGICO
L’importanza di evadere dal solito tran tran lavorativo ed emotivo
Che sia un viaggio, che sia un soggiorno in mare o montagna, è sempre una vacanza, una desiderata evasione per ritemprare il corpo e la mente. Così si evade dal solito tran tran, dallo stress, non solo lavorativo, ma anche e soprattutto emotivo.
Estate tempo di viaggi, di ricerche, di scoperte. I viaggi oltre ad essere un’occasione di relax, sono anche l’espressione dei bisogni della persona, del suo stato d’animo, delle energie che ha a disposizione, ma anche del suo stile di vita, delle sue abitudini e dei suoi valori.
La meta e il tipo di viaggio possono manifestare cosa la persona cerca, di cosa ha bisogno: per esempio scegliere un luogo che rappresenta uno status può indicare un bisogno di riconoscimento di appartenenza a un gruppo ed è sostanzialmente differente dalla scelta di un luogo per visitarlo, conoscerlo, scoprirlo.
Molto spesso in vacanza, l’intenzione è quella di ricercare e di raggiungere uno stato soggettivo ideale in cui poter sperimentare contesti di vita non accessibili giornalmente.
Essere in vacanza significa staccare dalla routine, dagli obblighi e dai doveri che essa impone, per dare maggiore spazio alle proprie necessità, al proprio piacere.
Lontani dalle richieste del Super-Io ci si dedica alle attività considerate più piacevoli, si abbandonano gli schemi mentali messi in atto quotidianamente per dedicarsi ad attività conoscitive ed esplorative.
La vacanza pone in una disposizione emozionale che abbraccia sia l’aspetto di maggiore apertura del Sé e quindi di ricettività, che di espansività del proprio Io, di esplorazione del mondo circostante. Una disposizione che lascia cadere i limiti e i confini abituali, offrendo lo slancio per cogliere intorno a sé momenti e opportunità da vivere nella piacevolezza del tempo con cadenza più naturale, a dimensione più adeguata e vicina al ritmo dell’animo, di più ampio e profondo respiro, in senso fisico e metaforico.
Allora, viaggiare o soggiornare significa anche saperlo fare, distanziandosi dalle proprie piccole azioni ripetitive, dalle proprie pur piccole manie, dalle proprie grandi e piccole certezze, dalle pressioni esterne ed interne, dai soliti cibi, dai tempi ristretti per ogni cosa.
E quel saperlo fare è, innanzi tutto, provare il piacere di farlo, cercare di liberare la capacità di sentire e vivere il piacere dell’evasione, che è la spinta emotiva giusta e coinvolgente, la carica che pervade i gesti e le azioni: osservare, distendersi, stare dentro le situazioni, assorbire le energie dell’ambiente sia materiale che antropico, incontrare realtà diverse, godersi il riposo, compiacersi della conoscenza di nuovi luoghi, di tradizioni e culture altre.
Una pregnante esperienza emozionale, vissuta con piacere, rinforzerà il senso dell’ottimismo e della fiducia e tonificherà complessivamente il corpo, la mente, la psiche.
(di Dott.ssa Valentina Teti - IGEA Centro Promozione Salute - del 2011-07-11)
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