OASI WWF: "GIORNATA DELLA LONTRA"
Il 20 maggio l'appuntamento con una simpatica nuotatrice, una attiva pescatrice dalla vita notturna, ultimo anello della catena alimentare dell'ecosistema di acqua dolce.
Saranno visitabili le Oasi di Abruzzo, Campania e Basilicata per un "viaggio" a contatto con questa affascinante specie
La Festa delle Oasi del Wwf prevista per il 20 maggio avrà una simpatica protagonista: la Lontra. In attesa di tale festa è stata avviata la nuova campagna WWF “Un mare di Oasi per te” che ha scelto come simbolo le foci dei fiumi ed è dedicata alla tutela delle coste. Di recente è stato presentato un video, che vede coinvolte anche alcune ricercatrici delle Università del Molise e di Roma 3, e che è stato realizzato utilizzando la tecnologia delle videocamere nascoste a infrarossi sul fiume Aventino, affluente del Sangro in Abruzzo.
Il filmato accerta, insieme ad altre indagini, la presenza di almeno 6 esemplari di Lontra nel bacino Sangro-Aventino , nell'area a valle della diga di Barrea, nel Parco nazionale d'Abruzzo, fino quasi alla foce del Sangro, passando per le due Oasi del Wwf delle Cascate del Rio Verde e di Serranella, in provincia di Chieti.
LA LONTRA (LUTRA LUTRA) - É una specie carnivora ad alta valenza ecologica, l'ultimo anello della catena alimentare dell'ecosistema di acqua dolce che rientra nel numero di specie animali più minacciate e a rischio estinzione. Il Wwf vuole richiamare l'attenzione su questo predatore semi-acquatico, sul suo ruolo, sulle cause del forte decremento di tale specie e sulla importanza della sua conservazione.
É una simpatica e graziosa nuotatrice , di temperamento mite e socievole ama il gioco, ma è anche una pescatrice attiva e solitaria che agisce soprattutto di notte. La sua pelliccia folta e impermeabile è stata la prima causa dei suoi mali e della sua scomparsa in molte zone. É un animale discreto, che passa inosservato tanto che può vivere per anni in uno specchio d'acqua o in un ruscello senza che nessuno si accorga della sua presenza , ma è anche uno dei Mammiferi più intelligenti.
La sua tana è scavata sulle sponde dei fiumi e dei laghi ed è formata da due cunicoli di cui uno termina in acqua, l'altro con l'apertura ben mimetizzata, raggiunge la superficie del suolo. Per questo ha bisogno di argini naturali ed è facile individuare nella cementificazione degli stessi e nella costruzione di canali per l'irrigazione altre cause della sua rarefazione. Anche l'inquinamento delle acque, nemico della biodiversità, ha contribuito a compromettere la sua sopravvivenza: i pesticidi e le sostanze chimiche in generale si accumulano negli organismi acquatici ed essendo la lontra al vertice della piramide alimentare ne assume in grande quantità attraverso le sue prede.
LA GIORNATA DELLA LONTRA - Il 20 maggio dunque sarà la "Giornata della Lontra": insieme alle oltre 100 oasi presenti su tutto il territorio nazionale, sarà infatti possibile visitare anche le Oasi Wwf dove la lontra è presente e tutelata: in Abruzzo l’Oasi Cascate del Rio Verde (Borrello, Ch), l’Oasi del Lago di Serranella (Comuni di Casoli, S. Eusanio del Sangro e Altino, Ch) e l’Oasi Lago di Penne, dove è presente il Centro Lontra per la riproduzione della specie in cattività; in Campania l’Oasi di Serre Persano (SA) e l’Oasi di Conza (AV); in Basilicata l’Oasi di Policoro (MT) e l'Oasi di San Giuliano (MT).
Anna Loy, docente di zoologia all'Università del Molise, ha spiegato che:
la Lontra è presente in Italia con circa 320-350 esemplari con una popolazione ristretta in due nuclei, quello dei bacini fluviali abruzzesi e molisani con circa 60 individui e quello dei bacini di Campania, Basilicata, Puglia e Calabria con circa 260 individui. E' una specie particolarmente protetta a livello europeo ed è una tipica specie ombrello e bandiera. Ombrello perché se tuteliamo la Lontra conserviamo anche le altre specie che vivono nei corsi d'acqua. Bandiera perché è il simbolo più accattivante dei nostri fiumi rendendo possibile l'avvio di campagne di sensibilizzazione della popolazione alla difesa dell'ambiente. Dopo il ritrovamento che abbiamo fatto nel 2007, il Fiume Sangro è stato subito inserito nell'Action Plan nazionale del Ministero dell'Ambiente su questa specie, essendo un'area strategica rappresentando il limite di distribuzione settentrionale della Lontra lungo la costa adriatica.
Inoltre è un bacino importante con affluenti ricchi di acque, come il Fiume Aventino che possono consentire l'insediamento di diversi territori. Ogni Lontra ha bisogno di vasti tratti fluviali, spesso di decine di chilometri, ricchi di prede come anfibi e pesci, visto che si nutre esclusivamente di animali acquatici. L'aspetto fondamentale per garantire la possibilità di riprodursi è la presenza della vegetazione ripariale, visto che la Lontra come tana utilizza cavità lungo le sponde formate da grandi alberi. Ad esempio, i tratti di sponda artificiali e quelli in cui vi sia una forte escursione nel livello delle acque, come avviene nei bacini artificiali, anche se pescosi, rendono impossibile la riproduzione.
Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf, ha aggiunto:
Questa ricerca testimonia l'importanza delle Oasi del WWF e delle altre aree protette diffuse sul territorio italiano, istituzioni che tutelano l'ambiente e che sono promotrici di conoscenza del territorio e della sua biodiversità. L'ambiente cambia ed è necessario attuare programmi di monitoraggio costanti visto che fino al 2007, anno della ricerca promossa dall'Oasi WWF Cascate del Rio Verde di Borrello, la Lontra si riteneva estinta in Abruzzo. Questa informazione è di fondamentale importanza per la corretta gestione del territorio, visto che proprio il fiume Aventino, dove è stato girato il video, è a rischio di una captazione a scopi idroelettrici che lo ridurrebbe ad un rigagnolo per chilometri.
Il WWF in extremis, con una segnalazione al Ministero dell'Ambiente, ha bloccato l'opera che aveva ricevuto inopinatamente tutte le autorizzazioni. Questo video e i segni di presenza riscontrati in diversi punti di questo corso d'acqua, sia a monte che a valle del lago di Casoli, confermano tutti i dubbi che avevamo. Dopo tante alterazioni che questi fiumi hanno subito finora bisogna garantire la possibilità di espansione in Italia di questa specie conservando i pochi tratti di fiume integri e garantendo la rinaturalizzazione delle sponde.
Foto: © WWF – A. Cambone, R. Isotti – Homo ambiens(di Donatella Di Biase - del 2012-05-10)
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