“Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo”, le perplessità di Lancini

54
EP Plenary session – Implementation of and follow-up to the EU framework for National Roma integration strategies

BRUXELLES – L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega) interviene dopo che la Commissione Europea, attraverso la conferenza della Presidente Von der Leyen e dei Commissari Schinas e Johansson, ha presentato le linee-guida del “Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo”.

«Questo “nuovo patto” – spiega Lancini – assomiglia molto a quanto visto in precedenza: ideologico ed inconcludente, ricco più di buoni propositi che di soluzioni concrete. Si chiede un superamento del Trattato di Dublino attraverso “nuove forme di solidarietà”, ma dovrebbe essere chiaro per tutti che il sistema delle quote e la redistribuzione degli immigrati hanno fallito.

Parlano di un meccanismo che imponga agli Stati Membri di accogliere o in alternativa di partecipare a programmi di rimpatrio, ma senza i necessari incentivi e dei precisi accordi con i paesi extra-UE questo resta un miraggio.

Il peso dei richiedenti-asilo – prosegue Lancini – continuerebbe a gravare soprattutto sui paesi di primo approdo come l’Italia, anche se la Commissione propone dei meccanismi, tutti da verificare nel caso di chi arriva senza documenti, per alleggerirlo. Ci vorrebbe un impegno forte, che non si vede, contro i trafficanti ed una difesa reale dei confini esterni dell’UE.

Bene se si snellisce la burocrazia per avere più tempo per i riconoscimenti, ma deve essere chiaro che solo i respingimenti impediscono le morti in mare e disincentivano le partenze.

I veti legittimi dei Paesi che non vogliono nemmeno sentir parlare di profughi – conclude Lancini – non si superano con imposizioni contrarie alla volontà popolare, ma creando un sistema che non confonda i pochi ad aver diritto alla protezione internazionale con i migranti economici. Un sistema che rafforzi i controlli sulle rotte principali, scongiurando situazioni di crisi in paesi come la Grecia o l’Italia. Un sistema che sappia reagire alle minacce dell’Erdogan di turno. Un sistema che abbia il coraggio di prendere posizione contro i nuovi scafisti di certe ONG e le loro lucrose attività. Un sistema che non vediamo per nulla in questa proposta velleitaria della Commissione Europea».