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Nursing Up, De Palma: «Vaccini agli infermieri in prima linea, Speranza ci dica quali sono i tempi»

ROMA – «Anche in un momento così delicato, come quello dell’inizio simbolico della campagna di vaccinazione occorrerebbe avere già in mente un target di destinatari “strategico”. Per come la vediamo noi, le prime dosi di vaccino, proprio perchè simboliche avrebbero dovuto interessare quelli che, prima di altri, devono essere protetti contro il rischio di infettarsi. Insomma, ben vengano i Presidenti degli Ordini tra i primi destinatari, ma solo se operano come infermieri, in reparti Covid, o solo se corrono il rischio alla pari degli altri… Ci domandiamo quale sia, salvi i casi citati, lo stato d’animo degli infermieri italiani, già carichi di incertezze, mentre sperano che la campagna di vaccinazione vera e propria cominci davvero, di fronte all’immagine di un Presidente del loro Ordine o addirittura a quella della Presidente stessa della Federazione, che mostrano il proprio braccio pronto ad essere sottoposto all’iniezione, convinti di poter dare così il buon esempio alla comunità e al mondo sanitario».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani, dimostra a chiare lettere di non digerire quanto sta accadendo in queste ultime ore. «Siamo un Paese davvero strano, non c’è che dire, con uno strano modo di cogliere al volo l’occasione che ci viene offerta. In pieno lockwdown qui si attuano “campagne simboliche” nonostante si contino 62 milioni di italiani, e tra questi circa 253000 infermieri impegnati negli ospedali pubblici, che aspettano di ricevere la loro dose e che non hanno idea di quando tutto questo accadrà. Nella realtà siamo ancora al punto zero. Ci dicano quale può essere l’effettivo beneficio per la collettività sociale “delle campagne simboliche”. Gli infermieri infermieri italiani non hanno bisogno di esempi di questo tipo, perché hanno professionalità e competenza, e sono ben consapevoli che sulle loro spalle pesa una duplice responsabilità, sia di tipo individuale che collettivo, e che sottoporsi alla vaccinazione è un’esigenza vitale. Sono tantissime le telefonate dei colleghi che ci chiedono quando arriverà la dose di vaccino, e nessuno di loro, almeno fino ad ora, ha mai messo in dubbio l’esigenza di vaccinarsi contro il Covid 19, anzi».

Il sindacato si rivolge dunque al ministro della salute, Roberto Speranza, chiedendo di «sapere, ma non a spanne o grandi linee, quando le fiale arriveranno e quali sono i contingenti ed i relativi macrogruppi di destinatari. Chiediamo una seria pianificazione che consenta, prima di tutto, “la partenza di una vera campagna di massa”, perché è solo di quella che abbiamo bisogno prima possibile. E in tutto questo, chiediamo, come è giusto ed opportuno, che il vaccino venga somministrato con ogni urgenza “agli operatori della sanità che lavorano al fronte” e che rischiano più di altri un contatto diretto con l’agente infettante».

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Redazione L'Opinionista

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