Manuela, come nasce questo libro?
“Occhi di luce” nasce da una storia vera, nel senso che ciò che racconto è realmente accaduto. Una mia cliente mi regalò un libro, “Tanto può il cuore” di Mark Fisher, e dopo quell’estate lei iniziò a seguirmi e si propose come mentore in un percorso dedicato all’anima gemella. E da lì iniziò il mio viaggio incredibile alla ricerca di quest’altra parte di me. Io sono sempre stata attratta, da quando avevo 15 anni, da questo tipo di incontro d’amore. Il libro nasce da un amore che c’è stato, e che mi ha insegnato tantissimo. Nasce quindi da una ricerca, da una richiesta dell’anima.
Tu dici, nel libro, che la tua anima gemella, prima di incontrarla, la immaginavi come un “uomo di luce”, senza fattezze precise. Hai iniziato a vederlo nei tuoi gesti quotidiani, mentre cammini. Già questa immaginazione ti nutriva d’amore? E questo può significare che il concetto stesso di amore, prima ancora che la persona amata, ci fa sentire bene?
Scrivi che ti sentivi “programmata” a incontrare l’anima gemella: siamo tutti programmati per incontrarla?
Mi sentivo programmata nel senso che animicamente io, fin dall’età di 14 anni, ho sempre sognato, con molta forza e a volte con disperazione, di incontrare quest’uomo. In realtà stavo sognando di incontrare una parte di me, di unire il mio maschile e il mio femminile interiori nelle famose ‘nozze alchemiche’, in questa integrazione tra il maschile divino e il femminile divino.
Non siamo tutti programmati per incontrarla: ogni anima ha un suo percorso individuale e unico, per qualcuno l’anima gemella può essere la ricerca di una vita intera, per altri è qualcosa che arriva e poi ci sono altri sogni da realizzare, e per altri ancora non è assolutamente importante perché sono altre le missioni da compiere. È un percorso che riguarda solo chi sente vibrare fortemente questo desiderio dentro di sé.
Nel percorso che racconti nel libro tu vivi alti e bassi, momenti di gioia alternati a fasi di scetticismo, e spesso torna il concetto di “paura” dell’amore. Parlaci di questo.
Sicuramente la paura dell’amore l’abbiamo tutti. Quando abbiamo un sogno, se c’è un ostacolo è dentro di noi, perché quando il sogno coincide con il percorso della nostra anima ed è un cammino di evoluzione e trasformazione, ci sono blocchi da superare per poterlo realizzare. Nel mio caso, sentendo come missione della mia vita quella di riconnettermi con il mio spirito nelle figure del maschile e del femminile interiori, la paura dell’amore è stato il mio grande ostacolo perché c’è stata la ferita primaria della solitudine, che ancora sto elaborando, trasformandola da solitudine a intimità con la mia Deità. Quindi spesso quando abbiamo un sogno è una missione di completamento della nostra vita, di riconnessione di unità con noi stessi, ma abbiamo anche resistenze e dobbiamo passarci attraverso. La resistenza maggiore per me è stata proprio la paura d’amare.
Per arrivare all’amore e a incontrare l’anima gemella dobbiamo metterci in sintonia con la nostra anima, scrivi nel libro: come si collega a tutto ciò il respiro?
È necessario mettersi in collegamento con la propria anima e il respiro, in questo, è un grande maestro: il respiro è l’anima, è lo pneuma, il soffio vitale divino, è la luce che entra nella materia del corpo. Facciamo il primo respiro quando nasciamo ed esaliamo l’ultimo respiro quando lasciamo il corpo ed entriamo in altre dimensioni. Nel corso delle sessioni di respiro circolare connesso e consapevole si lavora su tre livelli: il corpo fisico, la mente inconscia e le emozioni e la trascendenza o connessione spirituale. Quest’ultima è la connessione agli stati più espansi di consapevolezza, e in questa fase spirituale il respiro manifesta tutta la sua potenza ed estasi.
Nel libro ogni tua fase di questa esperienza d’amore costituisce un tassello in più che definisce il concetto stesso di “amore”: cos’è l’amore vero?
L’amore vero non è, come io ho fatto per molti anni, chiedere all’altro di colmare una nostra mancanza, un nostro vuoto o un bisogno: non è una compensazione di due esseri che si appoggiano l’uno all’altro: l’amore vero delle anime gemelle è l’amore di due esseri completi che si appoggiano ciascuno sulle proprie gambe. Due stelle che brillano di luce propria, non un satellite che giri intorno a un pianeta: ciascuno è sé stesso, centrato nel suo cuore e nell’amore per se stesso. Per attrarre amore devo diventare amore.
Essersi presi cura delle proprie ferite, del proprio bambino interiore ferito, aver abbracciato queste parti non guarite dell’infanzia. Essere in comprensione innanzitutto verso se stessi. L’amore vero è un desiderio, non un bisogno: è un dono, io mi dono all’altro e l’altro si dona a me.
Amore vero è donare e donarsi in una pienezza di energia.
Nel libro compare più volte il concetto di completamento di un’unità: già realizzatasi in Cielo ma che aspetta di concretarsi in terra, e che definisci “Cuore intero rosso”. Parlaci di questo.
Quando siamo separati dalla nostra parte di amore, dalla fonte di amore interna a noi, siamo separati anche da noi stessi. In questo tempo di pandemia la sfida è stata vivere il cuore nella nostra integrazione, vivere le nostre due anime gemelle innanzitutto in armonia e dentro noi stessi. Unirci sentendo il nostro cuore unito al cuore della galassia e sapendo che l’amore spirituale dell’universo è in noi.
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