Musica

La recensione di “Oh Vita” – Jovanotti, semplicemente Lorenzo

La recensione del nuovo disco di Lorenzo Jovanotti “Oh Vita”, pubblicato dall’artista di Cortona il 1 dicembre 2017.

MILANO – Lo aveva detto alla viglia: “Questo è il disco più italiano che abbia mai fatto”. Cosi è stato perché in “Oh Vita”, pubblicato il 1 dicembre, scompare Jovanotti per lasciar spazio a Lorenzo in tutto e per tutto. Nudo e crudo, il pop elettronico che lascia spazio alla chitarra per dar luce ai pensieri, per fa esplodere quella voce che da trent’anni ha sempre tanto da dire. Il disco prodotto da una leggenda da Rick Rubin è la semplicità in poche note, il produttore americano ha ridotto tutto al minimo per lasciare solo Lorenzo al centro di qualcosa che gira e che ha tremendamente un senso. E’ una sequenza di 14 canzoni concatenate, un’onda che non tocca mai terra. Ho ascoltato quattro volte il disco perché non è di primo impatto, bisogna entrarci e bisogna viverlo lasciando che Jova scandisca ogni parola e ogni sensazione.

OH VITA/ SBAGLIATO/ CHIARO DI LUNA/ IN ITALIA

Accendo Spotify, play e le note di “Oh Vita” prendono corpo, una serie di frasi che spinge ad andare oltre, un ritorno alle origini osservando qualcosa che non tornerà mai più con Roma intenta al suo lavoro costellata da quelle sfumature in bianco e nero. Celebrare la vita, lo ha sempre fatto Lorenzo ma questa volta si è spinto oltre mantenendo la semplicità, uno sguardo al passato mentre il corpo e la psiche sono rivolti inevitabilmente al futuro. Dalla vita a “Sbagliato”, secondo brano in cui Lorenzo ricorda per certi versi Celentano infilando il suo stile inconfondibile.

Poi c’è una delle poesie del disco, forse la POESIA come Chiaro di Luna, un’altra dichiarazione d’amore che ogni ragazza sogna di ricevere. La chitarra ancora presente, solo lei per dar risalto a quelle parole semplici ma romantiche e lui non si stanca di esserlo, lo dice anche. Dall’amore per una donna all’amore per l’Italia, impossibile stare fermi sentendo Lorenzo che narra le vicissitudini del nostro paese immerso nel caos, nei luoghi comuni e in quelle frasi che hanno fatto la storia. La canzone è un trionfo di suoni in cui l’Italia viene decantata nel modo in cui solo Lorenzo sa fare, nel modo in cui parte da Roma e ritorna a Roma mescolando una ventina di città. Dove si va, dove si va…Possibile singolo?

LE CANZONI/ VIVA LA LIBERTA’/ NAVIGARE

Il pezzo che più ricorda Lorenzo 2015 CC. è “Le Canzoni”, un pop crescente, un cuore che batte ed esplode nel ritornello: “Le canzoni non devono essere belle, devono essere stelle illuminare la notte e far ballare la gente”. E’ una canzone che prima o poi dovrà finire nelle cuffie ma prosegue nel cervello, come fosse per sempre. E’ un trittico che non accenna a placarsi perché da quelle atmosfere di canzoni notturne si passa alla Libertà, anzi, “Viva la Libertà“, una parole magica da mettere in pratica anche se è difficile come dice Lorenzo. Quell’urlo ripetuto nel ritornello riconcilia come quel concetto che da sempre attanaglia la vita dell’uomo, la libertà da difendere come una madre dolcissima. Per essere liberi bisogna saper stare all’interno della vita, lo sa Jovanotti che in “Navigare” mette ancora più a nudo quelle scorie dell’esistenza e il passato che non torna, dominano le illusioni e tutto scorre verso il fiume verso il mare. Basta sfidare la corrente, uno dei pezzi più intensi dell’album.

RAGAZZINI PER STRADA/ QUELLO CHE INTENDEVI

La musica scorre, il filo delle canzoni è perfetto e mai obliquo perché dalle correnti della vita si torna in strada, quella popolata dai ragazzini che dominano i pomeriggi nei bar, quelli romani magari dove Lorenzo può scrutare la cupola di San Pietro protetta del benzinaio della ESSO. “Ti capita mai di stare fermo senza respirare?”, a volta basta un ti voglio bene per colorare quelle strade popolate da ragazzini sempre in bilico tra sogno e realtà. Poi c’è “Quello che intendevi”, un esperimento in cui il la musica fa da sfondo al parlato, quattro storie diverse concatenate da quel ritornello immaginifico in cui allungare la fine dei giorni brevi non è la cosa più facile del mondo, forse c’è ancora qualcuno che alza gli occhi e si ribella. Lorenzo si, da trent’anni.

SBAM/ AFFERMATIVO/ AMORE MIO/ PAURA DI NIENTE

Gli esperimenti non son  finiti mica qui: “Cosa succede, cosa succederà?”. Inizia cosi SBAM, la canzone che da anche il titolo al libro uscito in contemporanea con l’album. La base è notevole, creata da due ragazzi di Bassano, ma anche qui la presenza del minimalismo con ottanta tracce ridotte e tre con suoni reggae mischiati a quelli industriali, un esperimento alla Rick Rubin. In “Affermativo” poche chitarre acustiche le storie di chi vede il nostro mondo occidentale dopo la guerra mentre “Amoremio” è una canzone voce e piano, ma la voce di Lorenzo è filtrata dal vocoder. La parte acustica e sintetica si mescolano. Uno dei pezzi più significativi dell’album è “Paura di Niente”, una chitarra e la voglia di sconfiggere le paure con la solita persona accanto, quella che renderà meno amaro il finale di una festa in cui resta solo carta stracci.

FAME

La conclusione è affidata a una canzone di 8 minuti che si intitola “Fame”, l’unica concessione alla lunghezza di tutto il disco, giustificata da una lunga e spettacolare jam dove Lorenzo riesce ad essere sintetico ed essenziale perché uno come lui di Fame ne ha ancora. Tolgo le cuffie, il mondo fuori dalla finestra mi sembra in bianco e nero ma adesso tutto quadra. Lorenzo, la tua musica è la nostra festa.

TRACKLIST “OH, VITA”

1) Oh, vita!
2) Sbagliato
3) Chiaro di luna
4) In Italia
5) Le canzoni
6) Viva la libertà
7) Navigare
8) Ragazzini x strada
9) Quello che intendevi
10) Spam!
11) Amore mio
12) Paura di niente
13) Affermativo
14) Fame

Foto Crediti di Michele Lugaresi

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Pubblicato da
Alessio Evangelista

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