Ojos de Gato, il nuovo disco del pianista jazz e compositore umbro Giovanni Guidi

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giovanni guidi ojos de gato

“È diventato una sorta di stereotipo descrivere una fatica artistica come un viaggio, ma è esattamente quello in cui vi trascina Ojos de Gato. Una musica vicina allo spirito del grande Gato Barbieri, ma racchiusa in nuovo capitolo”

Anticipato dal singolo Roma 1962, brano in rotazione radiofonica da venerdì 25 giugno 2021, Ojos de Gato è il nuovo disco dell’estroso pianista e compositore Giovanni Guidi, in uscita per la Cam Jazz venerdì 9 luglio 2021, sia in copia fisica che disponibile su tutti i digital stores. Ojos de Gato è un caloroso omaggio a una leggenda del jazz come Gato Barbieri, straordinario e compianto sassofonista argentino. Il CD consta di undici brani originali figli dell’ispirata vena compositiva di Giovanni Guidi, un album frutto di un’accattivante commistione che abbraccia free, contemporary jazz e latin jazz. Al fianco del pianista e compositore umbro, cinque stelle del jazz internazionale: James Brandon Lewis al sax tenore, Gianluca Petrella al trombone, Brandon Lopez al contrabbasso, Chad Taylor alla batteria e Francisco Mela alla batteria e alle percussioni. Il mondo del jazz sta rinascendo dopo un lungo periodo di torpore vissuto in isolamento, per cui nulla può confermare che sia sopravvissuto alla pandemia, con energia e coraggio, meglio del quinto album pubblicato dalla Cam Jazz dal pianista jazz e compositore italiano Giovanni Guidi. Ojos de Gato è un insieme straordinario di nuovi brani corali ed esaltanti che hanno l’accattivante caratteristica di suonare familiari, ma anche completamente nuovi.
Giovanni Guidi ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Ojos de Gato” è il tuo nuovo disco, di che cosa si tratta?

Ojos de Gato è un mio tributo al musicista e all’uomo Gato Barbieri. Una mia suite che, di brano in brano, si muove tra i luoghi, le persone, i sentimenti e le emozioni che hanno segnato e caratterizzato la vita di Gato.

Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?

Voglio trasmettere la storia di un uomo che si è spostato e ha vissuto in tante città, voglio trasmettere quel terzomondismo degli anni Settanta, ovviamente, con una mia lettura personale. E voglio trasmettere anche Giovanni Guidi. Forse un nuovo Giovanni Guidi.

Per la composizione di questo album ci sono state delle importanti collaborazioni, come sono nate?

Eccetto Gianluca Petrella, con il quale collaboro da anni, sono nate con una mail e poi con qualche telefonata.

Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo del Jazz?

Mio papà.