ROMA – Da ieri (1° settembre) è scattata la normativa ‘anti dieselgate’ messa a punto dalla Unione Europea per rendere significativamente più severi i controlli in fase di omologazione del nuovi modelli di auto. E, soprattutto, per poter effettuare controlli a campione anche nella successiva vita produttiva del veicolo, in modo da avere la garanzia della ‘conformità’ dei mezzi in circolazione. La Commissione avrà infatti il potere di imporre ai singoli Paesi i test delle auto già omologate per verificare che esse rispondano ai parametri e ai valori registrati in fase di rilascio della prima certificazione.
E proprio per funzionare da deterrente nei confronti delle Case che volessero ancora ricorrere a software ‘nascosti’ la Ue ha fissato sanzioni che possono arrivare a 30mila euro per ogni auto venduta valutata irregolare. Secondo la Commissione, saranno tre le aree su cui si concentreranno i controlli. Oltre a quelli a campione (almeno 1 vettura ogni 40.000) la Commissione europea potrà anche controllare gli organismi di verifica e di approvazione dei singoli Stati e avviare campagne di richiamo a livello dell’Ue.
E imporre anche sanzioni se un Paese dell’Unione non dovesse intraprendere azioni contro i produttori in caso di comprovata violazione delle regole. Poiché è previsto che la Commissione possa eseguire controlli in proprio, sono in fase di completamento due laboratori gestiti direttamente, che hanno comportato – si legge su Automotive News Europe – un investimento di 7 milioni di euro.