“Dobbiamo ammettere che qualcosa non ha funzionato. Pensavamo che la pace e la sicurezza internazionale fossero date per scontate”, ha aggiunto il ministro. Serve quindi una riforma per una maggiore “rappresentatività” che “significa per noi dare più possibilità di sedere nel Consiglio all’Africa, all’Asia, all’America Latina e agli Stati insulari, senza però creare nuove gerarchie e privilegi”.
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