Secondo il ministro Orlando servono gli strumenti per affrontare il futuro. “Abbiamo fatto una riforma degli ammortizzatori sociali e una legge sulle delocalizzazioni, varata con molta fatica, costruendo un percorso nel quale nessuno può essere licenziato con un messaggio e con sanzioni che non rispettano le procedure”.
“Ora serve un ulteriore salto di qualità. Il tema dei salari va affrontato subito – ha concluso – perché se cresce inflazione e costi e i salari sono fermi, calano i consumi interni. Sto ponendo il problema, prendendomi gli strali dai vertici di Confindustria, per inserire pratiche che evitino il lavoro povero: si lavora, ma non si è in grado di far fronte ai bisogni delle proprie famiglie”.
“Io non ho mai fatto una chiusura sul cuneo fiscale – ha detto Orlando nella successiva iniziativa a Jesi a sostegno di Lorenzo Fiordelmondo – dico che ridurre il cuneo fiscale non basta. In 30 anni il cuneo fiscale, seppure di poco, è diminuito ma i salari se non sono cresciuti. Quindi sono cose che vanno fatte contemporaneamente – ha spiegato – rivedere le modalità della contrattazione, stabilire degli strumenti contro il lavoro povero e ridurre il cuneo fiscale sono cose che devono procedere insieme. Se si continua a dire prima questo e poi quell’altro, questo sì, quell’altro no – ha concluso – vuol dire che non si vuole fare niente”.
L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube