“Io sul tavolo ho due questioni che credo siano di incredibile attualità rispetto ai numeri della pandemia, politiche attive lavoro e ammortizzatori: avere un buon sistema aiuta tutti e prevalentemente le donne, che sono quelle progressivamente marginalizzate all’interno del mercato del lavoro”, ha aggiunto. Bisogna individuare “misure specifiche che favoriscano l’ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro” a partire da “infrastrutture di prossimità” per sollevarle dai carichi familiari e di cura e superamento del divario salariale tra uomini e donne”.
“C’è una questione non più eludibile che riguarda la possibilità di costruire in tutto il Paese standard che valutino i livelli essenziali sul fronte dell’erogazione del welfare, perché abbiamo due Italie e in una le infrastrutture sociali non ci sono e lavorare per una donna è praticamente impossibile”. E infine: “Avere standard unici è una risposta potente per evitare l’impraticabilità del lavoro per milioni di donne o la scelta” di lasciare “con la nascita del primo figlio”. Al Nord e nelle grandi aree urbane dove ci sono i servizi, ha osservato, “l’occupazione femminile è più alta”.
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