Narrare l’universo femminile è stato da sempre il mistero da svelare per l’impulso creativo di molti artisti, soprattutto quelli appartenenti al periodo, o allo stile, più classico, proprio per la caratteristica di costituire un terreno fascinoso quanto inesplorato e dunque stimolo a scoprirne il nascosto. L’artista di cui vi parlerò oggi del mondo femminile conosce e comprende ogni sfumatura, ed è proprio in virtù di questa conoscenza che sente il bisogno di farne sentire le differenti voci.
Artista per patrimonio genetico – la mamma era a sua volta pittrice – Ornella De Rosa vive tra tele e colori da quando ne ha memoria, e il passo successivo non poteva non essere quello di seguire gli studi accademici che la portano ad approfondire le varie discipline fino a scegliere quella che sente più affine alle sue corde espressive. Si avvicina così inizialmente al Realismo, prima dedicandosi prevalentemente al ritratto, poi, quando la maturità artistica le ha indicato la strada, dando vita al suo personale stile, quello attraverso il quale riesce a tradurre e interpretare le emozioni e le sensazioni che legge negli occhi, del non detto delle donne che vede attorno a sé. L’attenzione ai dettagli, tipica del Realismo, si trasforma tendendo la mano all’Art Decò, di cui Tamara de Lempicka fu fondatrice e maggiore rappresentante; sceglie la dolcezza Ornella De Rosa, attraverso cui traduce i pensieri e le sensazioni, rendendo le immagini avvolte da un’atmosfera morbida, a volte sognante altre invece più reale eppure sempre tenue, delicata, romantica.
Dall’Art Decò prende le pose languide e i gesti eleganti, oltre che il sapiente gioco di luci e ombre che rende ogni dettaglio vivo,
quasi guizzante sotto lo sguardo dell’osservatore; tuttavia, proprio in virtù dell’esistenza di un’aura emotiva fortemente presente, in qualche modo arricchisce lo stile pittorico originario forse più teso a sottolineare un’epoca, la Belle Epoque, in cui le persone erano molto concentrate sul bel vivere, sul divertimento, sull’apparire più che sull’essere.
La raffigurazione classica delle protagoniste delle sue opere viene attualizzata attraverso lo sguardo contemporaneo dell’artista, che esplora le inquietudini, le riflessioni, le introspezioni delle donne moderne, quel vivere sospese tra desideri e realtà, tra sogno e oggettività in un mondo che corre troppo velocemente per permettere loro di rendersi conto e assaporare gli eventi, per realizzare ciò che a un primo momento sfugge.
L’attimo in cui si trovano sole con se stesse però, è quello della consapevolezza, della presa d’atto di quanto poco prima è accaduto, ed è esattamente il momento scelto da Ornella De Rosa per essere immortalato nella tela, il pensiero catturato nel frangente dello stupore, o della tristezza, o del rivelare a se stesse che forse tutto è diverso da come era stato percepito inizialmente.
Di questa particolare sensazione narra l’opera Stupore, in cui la ragazza appare sorpresa più per una rivelazione interiore che non per qualcosa che sta accadendo intorno a lei, come se la natura in cui è immersa le avesse permesso di dare un senso a un ricordo, a un evento, per permetterle di comprendere; l’Art Deco è particolarmente evidente per i suoi tratti caratteristici, la prospettiva meno presente, i colori sfaccettati, geometrici quasi nella loro stesura, e anche per il modo della De Rosa di descrivere i fiori che sembrano provenire da un mondo immaginario, sono stilizzati secondo lo stile Liberty, o Art Nouveau, e divengono co-protagonisti e sfondo del dipinto stesso.
In Blu Moon, la donna è immortalata in un momento di riflessione intenso, quell’attimo in cui, distrattamente, i pensieri corrono verso un episodio, una circostanza nella quale l’azione non era stata determinata dalla ragione bensì dall’impulso; l’interrogativo dell’attimo di introspezione vaga dunque sulle possibili conseguenze, su quanto sia stato compromesso proprio in virtù di quell’atto, di quali cause ed effetti si genereranno da quel frangente. I colori sono tenui, quasi vicini al bianco e nero, per sottolineare il fermo immagine di quella pausa riflessiva, l’esigenza di solitudine in quel momento in cui le inquietudini e le insicurezze affiorano.
Nell’opera Bambole-non toccare la De Rosa raffigura invece la fase di passaggio tra fanciullezza e adolescenza, quel punto dell’esistenza in bilico tra il restare legate all’infanzia, rappresentato dall’orsacchiotto che la protagonista tiene stretto a sé, e il diventare adulta entrando nella società, rappresentato dall’abito sontuoso, quasi come se la ragazza fosse appena tornata a casa da una festa in cui si è sentita donna pur sentendo il bisogno di ricominciare, un attimo dopo, a sentirsi ancora bambina. Ornella De Rosa, che firma le sue opere con la sigla DRO, nel corso degli anni ha partecipato a molte mostre collettive in Italia e all’estero – Montecarlo, Sharm El Sheik, Cannes, Bratislava, Berlino, solo per citarne alcune – ricevendo prestigiosi premi e riconoscimenti. È socia fondatrice, e da dieci anni presidentessa, dell’Associazione artistica Arteviva, oltre che insegnante alla scuola civica; è tra gli artisti selezionati per la collettiva internazionale Lisbona Contemporenea, in programma dal 4 al 10 aprile 2020 presso la galleria Atelier Natalia Gromicho.
ORNELLA DE ROSA-CONTATTI
E-mail: ornella627@gmail.com
Sito Internet: www.ornelladerosa.it
Profilo Facebook: Ornella De Rosa
Pagina artistica Facebook: DRO ARTE
Instagram: ornella dro
GIGARTE: Droarte
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