ROMA – “Io voglio riportare i giovani al centro: non come vittime delle distorsioni, dei concorsi ottocenteschi con carta e penna, delle selezioni con centinaia di migliaia di partecipanti che possono durare fino a quattro anni, dei quiz come per la patente auto. Ma come protagonisti di una Pubblica amministrazione che ha disperato bisogno di essere rinnovata e qualificata per diventare catalizzatore della ripresa”. Lo afferma il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta (foto).
“Per questa ragione – aggiunge – devo spiegazioni a chi è spaventato e anche ai tanti – professori universitari, esperti, studiosi, ex presidenti di enti pubblici – che paiono difendere l’attuale apparato concorsuale come l’unico infallibile sistema per reclutare giovani talenti nella PA. A chi sembra sostenere che titoli universitari, dottorati e master non devono contare nulla per la PA di cui tanto lamentiamo lentezza e inefficienza, perché anzi sarebbero “discriminatori”, quasi un colpo di fucile alla meritocrazia”, conclude il ministro.