Nella scelta di rappresentare le vedute e gli scorci di luoghi vicini all’interiorità, alla memoria e al vissuto di ogni artista, si cela anche la tendenza a raccontare le sensazioni, le emozioni che quei posti hanno suscitato nel momento dell’osservazione, del contatto visivo. La narrazione in alcuni casi si trasforma in ritmo poetico, come nelle affascinanti tele del protagonista di oggi.
Impossibile non associare le opere di Renato Sniecikoski, brasiliano della città di Curitiba, nello stato del Parana, a quelle del Romanticismo, periodo artistico a cavallo tra fine Settecento e inizi dell’Ottocento, che ha lasciato una profonda traccia e una fondamentale base per il successivo Impressionismo. In particolar modo fu quello inglese a dare un senso nuovo alla pittura paesaggistica grazie alle atmosfere onirico-visionarie dell’immenso William Turner, maestro indiscusso della luce e del sublime in cui la natura assume importanza prevalente, spesso unica protagonista delle opere, sia nelle sue forme più vivaci e violente come tempeste, incendi, naufragi, sia quando si pone in dialogo armonico e sereno con l’essere umano. Ma ciò che lo caratterizzò e lo consegnò alla storia come precursore e primo impulso alle successive tematiche impressioniste fu proprio l’originale utilizzo del colore e della luce a discapito della dettagliata definizione delle immagini tipica del Realismo. È esattamente su queste due importantissime basi, la luce e l’indeterminazione dei dettagli, che si inserisce la ricerca pittorica di Renato Sniecikoski per il quale la dimensione onirica, o forse più immaginaria, diviene fondamentale per esprimere e raccontare i luoghi impressi nella sua memoria, scorci di ricordi dai quali parte per rappresentare le sensazioni che avevano suscitato in lui nel momento in cui il suo sguardo si perdeva in essi, decisamente più prioritarie rispetto alla necessità di collocare quei paesaggi in un posto determinato.
Le opere di Sniecikoski appartengono a un mondo indefinito, sospeso tra realtà e fantasia, in alcuni casi più descrittivi di immagini quotidiane, in altri più legati al sogno, a un mondo irreale eppure magico, confortante, avvolgente a dispetto delle nubi e delle nebbie da cui molto spesso è avvolto.
I toni tenui, le sfumature fortemente presenti, l’inserimento di dettagli e figurazioni spesso frutto della mente di Sniecikoski lo avvicinano in qualche modo ai concetti del Simbolismo onirico, per la sua maestria nel mescolare ciò che è a ciò che potrebbe essere, o meglio a ciò che l’artista stesso vorrebbe che fosse, come se il suo idealismo non riuscisse a essere arginato dalla realtà, come se le sue riflessioni avessero bisogno di trovare una voce, un modo di manifestarsi al di fuori della sua interiorità.
L’opera A Window to the Sky sembra voler suggerire all’osservatore quanto in alto si può andare se ci si eleva dalla contingenza, se ci si distacca dalle zavorre della quotidianità per inseguire i sogni, i desideri, le pulsioni più interiori che spesso, per insicurezza e mancanza di coraggio, vengono imprigionate all’interno della gabbia emotiva della rinuncia. O Faraway landscape, un’opera in cui l’ambientazione diviene esortazione a guardare oltre, a percorrere il proprio cammino anche quando non sembra essere accogliente, perché spesso è proprio dopo il deserto che si incontra l’oasi, quella che Sniecikoski pone sullo sfondo, una sorta di Città del Sole teorizzata dal filosofo Tommaso Campanella, luogo ideale a cui arrivare a seguito di un percorso di conoscenza e approfondimento di se stessi.
View from the hillside Belvedere è l’opera che più si avvicina al Romanticismo di Turner, sia per l’ampia veduta in cui il cielo sembra predominare sul resto del paesaggio, sia per l’uso della luce, soffusa eppure incredibilmente in grado di rischiarare le nuvole e la nebbia che sembrano pervadere il dipinto, catturando lo sguardo dell’osservatore per quell’atmosfera soffice, ovattata, e poi condurlo, solo in un secondo tempo, alla vallata sottostante, sterminata ma attrice comprimaria dell’immensità del cielo.
Nella tela The Sea the Boat Loneliness, Sniecikoski pone l’accento sull’armonia tra l’umano e la natura, quel senso di protezione che il navigatore percepisce nonostante sia solo tra oceano e nuvole, e malgrado il silenzio intorno e le grandi nubi davanti a sé non avverte il senso di pericolo, tutt’altro, l’impressione è che si trovi perfettamente a suo agio in quel mondo sospeso, cullato dalle onde e avvolto dal cielo da cui sembra sentirsi protetto e avvolto, perché spesso, suggerisce l’artista, la solitudine è una scelta necessaria per affrontare il proprio viaggio personale verso l’approfondimento della propria essenza. Fisherman e Landscape with Araucaria Pine Tree appartengono invece al paesaggio più realistico, più legato alla memoria visiva di Sniecikoski, alla rappresentazione di posti che ha incontrato nel suo cammino, nel suo pellegrinare nel territorio brasiliano per catturare dettagli e fotogrammi che l’indole artistica lo spingevano a conoscere, a scoprire, a trovare per poi essere impressi e narrati sulle sue tele. Usa prevalentemente colori a olio che stende, strato su strato, per dare alle opere quell’apparenza sfumata, impalpabile, morbida che le rendono immediatamente riconoscibili; forse è proprio la sua formazione da autodidatta e lo studio dei maestri del passato ad aver permesso a Renato Sniecikoski di lasciare l’indole creativa completamente libera di sperimentare e di dare vita al suo affascinante stile pittorico.
RENATO SNIECIKOSKI-CONTATTI
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