Cultura

Palazzo Zaguri di Venezia: il restauro della dimora storica

5 milioni di euro e due anni di lavori per restituire a Venezia la dimora storica che ospitò Casanova a due passi da San Marco, Palazzo Zaguri, diventerà Polo Museale permanente privato e libreria, offrendo lavoro a 20 veneziani

VENEZIA – Palazzo Zaguri torna protagonista dell’offerta culturale veneziana sul percorso che dalle Gallerie dell’Accademia conduce a Piazza San Marco. Per salvare l’elegante palazzo gotico dall’ennesima declinazione ricettiva sono serviti ben due anni di restauro conservativo e 5 milioni di euro di investimento.

Polo museale privato a 350 metri da piazza San Marco ed ampia sede espositiva internazionale permanente. 2500 mq per mostre pop culturali e scientifiche di successo. Ma anche rinomata libreria del circuito Ubik che, ad orari di pubblico esercizio in campo San Maurizio. Garantirà reperibilità entro 48 ore per oltre 150.000 titoli italiani e stranieri.

Sarà presentato il 29 marzo coinvolgendo tutta la città da Venice Exhibition srl. Il restauro conservativo era iniziato con i rilievi strutturali nel 2013. E l’apertura dei cantieri nel 2015 per restituire palazzo Zaguri ad un inedito splendore. Una destinazione d’uso tutta culturale sviluppata nelle 36 sale distribuite sui 5 piani.

La storia

Pietro I Antonio Zaguri (Venezia, 28 gennaio 1733 – Padova, 22 marzo 1806). Antico proprietario dell’immobile a cui la sua famiglia diede il nome. Oltre che amico fidato e mecenate del letterato libertino Giacomo Casanova che fu ospite nel palazzo storico e col quale mantenne una fitta corrispondenza.

L’ultimo erede Zaguri proprietario del palazzo fu Pietro II Marco che morì nel 1810. Alcuni anni dopo l’edificio passò di proprietà alla Congregazione di Vicenza e del nobile Fini. Tra il 1905 e il 1909 il Comune di Venezia ne acquistò il primo e il secondo piano per insediarvi una scuola femminile. Dal 1962 al 1965 la scuola media Sanudo, che aveva sede a S. Aponal, rinominata Dante Alighieri, si trasferì nel Palazzo Zaguri fino al 1983 per poi venire riutilizzato come sede di uffici comunali.

L’edificio poi venne abbandonato. Quando ad ottobre del 2006 l’amministrazione comunale di Ca’ Farsetti lo mise all’asta vendendolo per 10,63 milioni di euro a una società immobiliare milanese. La società a sua volta l’aveva ceduto sei anni dopo per 15 milioni di euro ad un fondo fiduciario di Verona attuale proprietario.

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Pubblicato da
Virginia Chiavaroli

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