ROMA – “La tutela del pluralismo anche in ambito sindacale, l’adeguamento del canone, da rendere progressivo, allargando la fascia dell’esenzione, e la presenza di rappresentanti degli utenti/abbonati nel nuovo organismo decisionale. Sono le proposte avanzate da Francesco Palese, segretario di Unirai, intervenuto agli stati generali in corso a Roma.
“Se guardiamo giustamente all’Europa – ha spiegato il segretario del sindacato dei giornalisti, che ha mostrato una cartina elaborata ad hoc – dobbiamo anche considerare che il pluralismo di voci nelle rappresentanze di chi ha il compito di informare è una realtà consolidata: in Francia, Spagna e Grecia, ad esempio, esistono ben cinque sindacati dei giornalisti, solo tra quelli aderenti alla “European Federation of Journalists”, tre in Polonia, due in Germania e Austria. Solo in Italia il sindacato unico sarebbe, secondo alcuni, indice di democrazia. Noi pensiamo esattamente l’opposto”.
“Solo in Italia – denuncia Palese – si assiste, da quando abbiamo fondato il nostro sindacato, ad una campagna di delegittimazione, che in molti casi ha toccato la pura diffamazione, nei confronti del nuovo soggetto, colpevole di aver rotto il monopolio che durava da quarant’anni dentro la Rai”.
“Questa campagna – conclude il segretario – ha visto protagonisti alcuni gruppi editoriali politicamente schierati e il vecchio sindacato monopolista che ha addirittura messo nero su bianco l’intenzione di operare per dare il “minor spazio possibile al nuovo sindacato”. Una singolare concezione del diritto, costituzionalmente garantito, di libertà sindacale che secondo i promotori di queste bizzarre iniziative consisterebbe nel limitare quella altrui. Non è questo il sindacato che abbiamo in mente”.
Sul finanziamento del servizio pubblico Palese ha chiesto “l’adeguamento del canone, oggi il più basso d’Europa, che dovrà, secondo il principio della progressività, essere ancorato al reddito, estendendo la platea dei beneficiari dell’esenzione (oggi solo over 75 con Isee fino a 8mila euro). Su quello che sarà l’organismo decisionale della nuova Rai il segretario di Unirai ha aggiunto: “nessuno mette in discussione la centralità del Parlamento. Ma oggi, purtroppo, la politica rappresenta solo la metà degli italiani, quindi, è logico prevedere una cospicua rappresentanza anche degli utenti/abbonati”.