In quell’occasione aveva incontrato una folta delegazione dell’Ana, con l’intero Consiglio direttivo nazionale e, rivolgendosi agli alpini aveva detto: “Non siete rimasti spettatori durante i momenti più difficili, siete stati e siete coraggiosi protagonisti del tempo che vivete. Questa concretezza nel servire, anima del vostro sodalizio, è Vangelo messo in pratica”. Il Successore di Pietro aveva sottolineato come fraternità e servizio siano i caratteri che descrivono bene l’identità degli alpini.
Negli interventi di soccorso, aveva aggiunto il Papa, gli alpini sanno porre “anche e soprattutto il calore umano, una presenza-accanto. Una presenza tenera… A me colpisce la tenerezza del cuore alpino, un uomo forte ma nei momenti della vita più forti viene quella tenerezza. Forti ma teneri”.
“Non si è Alpini per sé stessi, ma per gli altri e con gli altri”, aveva detto poi il Pontefice, aggiungendo “oggi, nel soffocante clima di individualismo che rende indifferenti molti, c’è bisogno di ripartire da qui, di ritrovare l’entusiasmo di prendersi cura degli altri. La vostra testimonianza è storica e attuale”.
Durante quell’incontro l’Ana aveva deciso di offrire 10mila ore di lavoro volontario a favore dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace, ore che poi sono diventate nei fatti molte di più. “Nel nome di Papa Francesco, onorando la sua memoria e seguendo il suo dettato – ha detto il presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero – ci impegniamo a rimanere sempre in cammino, custodendo e accrescendo il nostro patrimonio di fraternità e di servizio, perché l’Associazione rimanga una grande famiglia unita e protesa al bene altrui”.
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