Gesù “ci precede sempre – spiega Francesco nell’omelia – nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce”. Quindi, chiarendo ulteriormente il significato evangelico dell'”andare in Galilea”, dove “il Signore Risorto ci precede”, il Papa afferma che oltre al senso del “ricominciare” c’è anche quello del “percorrere vie nuove”. “Ecco il secondo annuncio di Pasqua – prosegue -: la fede non è un repertorio del passato, Gesù non è un personaggio superato. Egli è vivo, qui e ora. Cammina con te ogni giorno, nella situazione che stai vivendo, nella prova che stai attraversando, nei sogni che ti porti dentro”.
“Apre vie nuove dove ti sembra che non ci siano, ti spinge ad andare controcorrente rispetto al rimpianto e al ‘già visto’ – sottolinea Bergoglio – Anche se tutto ti sembra perduto, apriti con stupore alla sua novità: ti sorprenderà”. Per il Pontefice, “tanti vivono la ‘fede dei ricordi’, come se Gesù fosse un personaggio del passato, un amico di gioventù ormai lontano, un fatto accaduto tanto tempo fa, quando da bambino frequentavo il catechismo. Una fede fatta di abitudini, di cose del passato, di bei ricordi dell’infanzia, che non mi tocca più, non mi interpella più”. “Andare in Galilea”, invece, “significa imparare che la fede, per essere viva, deve rimettersi in strada”. Terzo significato, inoltre, quello dell'”andare ai confini”. In Galilea, riflette il Papa, “impariamo che possiamo trovare il Risorto nel volto dei fratelli, nell’entusiasmo di chi sogna e nella rassegnazione di chi è scoraggiato, nei sorrisi di chi gioisce e nelle lacrime di chi soffre, soprattutto nei poveri e in chi è messo ai margini”.
“Ci stupiremo di come la grandezza di Dio si svela nella piccolezza, di come la sua bellezza splende nei semplici e nei poveri”, osserva. Ecco così “il terzo annuncio di Pasqua”, dice ancora Francesco: “Gesù, il Risorto, ci ama senza confini e visita ogni nostra situazione di vita. Egli ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità”. “Riconosciamolo presente nelle nostre Galilee, nella vita di tutti i giorni – conclude -. Con Lui, la vita cambierà. Perché oltre tutte le sconfitte, il male e la violenza, oltre ogni sofferenza e oltre la morte, il Risorto vive e conduce la storia”. Non solo: “E, con Lui, sempre la vita ricomincia”.
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