Appuntamento su Tv2000 il 1° e 3 aprile per vivere la celebrazione della Pasqua nella Terrasanta dove le comunità pregano in 4 lingue
ROMA – La Terrasanta unico luogo al mondo in cui da secoli si celebrano tutte le Pasque. Quella ebraica, quella cattolica e quella ortodossa nelle quattro lingue parlate anche al tempo di Gesù. Su Tv2000 il documentario ‘Pasque’, di Alessandra Buzzetti, in onda giovedì 1 aprile ore 8.40 e 16 e sabato 3 ore 8, che racconta come, in questo anno e per la seconda volta in pandemia, quattro comunità presenti a Gerusalemme festeggiano la Pasqua.
I protagonisti, rappresentanti di diverse comunità, pregano in 4 lingue diverse – aramaico, ebraico, greco e latino: il parroco della Chiesa siriaco ortodossa di Betlemme padre Boutros Nimeh, l’ ebrea osservante Ysca Harani, il parroco grecoortodosso di Aboud Emmanuel Awwad, e il sacrestano francescano della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme Fra Sinisa Sbrebrenovic.
A un anno dall’inizio della pandemia, non ci saranno folle di pellegrini, ebrei e cristiani, a celebrare la Pasqua a Gerusalemme. Nel documentario di Tv2000 il racconto di cosa la pandemia ha cambiato nei riti e nelle relazioni e qual è il messaggio in questa Pasqua dal luogo dove Cristo è morto e risorto.
La Pasqua “aramaica” di padre Boutros Nimeh, 52 anni. Non nasconde le tante difficoltà a cui deve far fronte la sua comunità, che da 2000 anni custodisce la casa di San Marco, dove, secondo i siriaci ortodossi, Gesù avrebbe celebrato l’ultima cena.
La Pasqua “ebraica” di Ysca Harani, 60 anni, ebrea osservante, insegnante di storia del cristianesimo, impegnata nel dialogo interreligioso, appassionata educatrice sulle orme del padre che ha fondato il Dipartimento di Scienze religiose comparate dell’Università ebraica di Gerusalemme.
La Pasqua “ortodossa” di Emmanuel Awwad, 51 anni , parroco greco-ortodosso di Aboud, un villaggio dall’antica storia cristiana, in una posizione strategica per quella più recente del conflitto israelo-palestinese. Occupato nel 1967, Aboud è oggi circondato dagli insediamenti dei coloni, terre divenute parte della cosiddetta area C, sotto il controllo civile e militare israeliano. Poco più di 5000 gli abitanti rimasti nel villaggio, metà sono cristiani. Ortodossi e latini vivono insieme, celebrano il Natale secondo il calendario cattolico e la Pasqua, secondo il calendario ortodosso (quest’anno sarà il 2 maggio). Una comunità unita, e tenace, nonostante le mille difficoltà quotidiane, in cammino verso la Pasqua. Nella chiesetta ortodossa, fondata, secondo la tradizione, dalla Regina Elena nel 332, tre candele ardono tutto l’anno col fuoco santo che arriva, il Sabato Santo, direttamente dalla Basilica del Santo Sepolcro.
La Pasqua “latina” di Fra Sinisa Sbrebrenovic, sacrestano francescano della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Una Pasqua che conclude un anno non facile per le tre comunità che custodiscono la più importante Chiesa della cristianità. Il coronavirus si è infiltrato anche lì e ha contagiato due frati, come racconta per la prima volta Fra Sinisa, costretti all’ isolamento in ambienti angusti e definiti dalle rigide norme dello status quo. Le telecamere di Tv2000 accompagnano Fra Sinisa nella vita quotidiana e in quella liturgica nella Basilica del Santo Sepolcro, dove anche in Quaresima si intona l’Alleluia.