Intervento del Presidente di Confagricoltura nella giornata di chiusura: «Gli agricoltori europei chiedono una PAC coerente, semplice, efficace, a supporto della competitività delle imprese»
PAVIA – Sostenere la trasformazione dell’agricoltura e delle zone rurali per affrontare le nuove sfide economiche, ambientali e climatiche che attendono l’Unione Europea. Rispondere agli imperativi della sicurezza e della sovranità alimentare per l’UE e i suoi cittadini. Contribuire all’equilibrio dei mercati agricoli e agroalimentari a livello globale. Sono queste le aspettative più forti degli agricoltori europei, emerse nel corso della due giorni di dibattito sulle prospettive della futura politica agricola comune al “Global Food Forum” (GFF), organizzato da Farm Europe e Confagricoltura a Mezzana Bigli, in provincia di Pavia.
“ll futuro deve prevedere una PAC veramente comune – ha detto nelle conclusioni il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che è anche presidente del Global Food Forum – che sia l’espressione concreta della volontà di assicurare un futuro europeo all’agricoltura, nonostante le spinte ‘centrifughe’ e il ritorno dei nazionalismi. Una Pac più coerente, più semplice e più efficace, credibile anche agli occhi dei consumatori, di facile applicazione e che sia strumento a supporto dell’economia agricola verso la transizione ad una performance economica ed ambientale”.
Considerando le proposte iniziali della Commissione, l’auspicio dei partecipanti al GFF è che i legislatori europei vogliano considerare alcune azioni per raggiungere l’obiettivo di una politica europea forte, rispondendo alle sfide che devono affrontare i diversi settori agricoli e i territori rurali dell’UE, combinando orientamenti europei e flessibilità nazionale.
– Definire a livello europeo un livello di base per la nuova condizionalità a carico di ciascun agricoltore, con la possibilità per gli Stati membri e gli agricoltori di proporre misure equivalenti che possano essere riconosciute come più appropriate e dello stesso effetto.
– Prevedere negli atti di base una quota minima nei budget nazionali del primo pilastro da dedicare al pagamento disaccoppiato di base per gli agricoltori.
– Definire le misure degli “eco-schemi” nel primo pilastro per la transizione ecologica dell’agricoltura europea, solo a condizione che abbiano un impatto positivo sia sull’ambiente che sull’economia dei settori.
– Sviluppare strategie settoriali nel quadro dei programmi operativi delle OP, utilizzando opportunamente anche gli aiuti accoppiati.
– Dedicare risorse sufficineti del 2° pilastro alle misure a favore dell’ambiente e delle regioni svantaggiate. Altre risorse dovrebbero finanziare le misure economiche a doppia performance (formazione, consulenza, investimenti).
– Istituire un fondo europeo pluriennale di gestione delle crisi in agricoltura, che sappia dare una risposta credibile, reattiva e immediata in caso di gravi crisi.
– Garantire una base giuridica unica, equa e proporzionale per l’ammissibilità agli aiuti di tutti gli agricoltori europei; nonché per l’applicazione dei controlli e delle sanzioni previste nei 27 diversi piani strategici nazionali. Ciò deve essere previsto nei regolamenti di base al fine di rispettare la coerenza d’azione di una politica agricola veramente comune.