Musica

Leandro ci parla del singolo “Per mano” [VIDEO]

L’artista: “‘Per Mano’, ci mostra come uno specchio quali effetti di ansia e panico possono colpire un soggetto facilmente condizionabile”

Per Mano’ è il singolo estratto dal disco già pubblicato ‘Fossimo Già Grandi’ di Leandro, in uscita il 29 Ottobre per l’etichetta torinese Bunya Records. Prodotto, registrato e mixato da Fabio Rizzo e Francesco Vitaliti (Nicoló Carnesi, Dimartino, Eugenio In Via Di Gioia) nello studio Indigo di Palermo è accompagnato dal videoclip diretto e realizzato da Matteo Cozzo (The Great Paper Massacre).

‘Per mano’ gioca sull’immaginazione di un nemico che arriva dal mare, che non è mai esistito, ma che in tanti credono possa essere l’unico vero motivo delle proprie paure. Fin da piccoli ci viene riempita la testa di fantomatici pericoli imminenti, un nemico che tenta ogni giorno di invaderci e poi sottometterci, un nemico che nemmeno esiste ma che ci viene dipinto tale per paura. Ma se la situazione si capovolgesse, e fossimo noi a lottare in mezzo al mare per sopravvivere, saremmo ancora così sicuri di vedere una minaccia invece che un bisogno di umanità?

Caratterizzato da un forte dinamismo sonoro e vocale, Leandro con questo brano sperimenta melodie accompagnate da un cantato fitto e serrato che gli permettono di creare un incalzante dialogo con se stesso. Stacchi, ritmo frenetico e percussioni fanno di Leandro un artista legato al cantautorato italiano ma molto vicino a quello internazionale. L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.

‘Per Mano’, il singolo estratto dal disco già pubblicato ‘Fossimo Già Grandi’, come si caratterizza?

Per mano è una canzone che vuole affrontare un tema molto attuale, quello dell’immigrazione, e tutto quello che deriva dal dibattito tra il bene e il male. Ho provato a immaginare uno scenario in cui chi lotta in mezzo al mare per sopravvivere diventa il nemico da tenere e i demoni nella nostra testa, piena di odio ogni giorno alimentato da cosa sentiamo in televisione, ci divorano e ci consumano.

Nel brano c’è una sorta di dialogo con te stesso con un forte dinamismo sonoro e vocale, parlaci un po’ di questo aspetto.

Un po’ come nei film quando il protagonista è indeciso e si lascia condizionare dal diavolo tentatore, in questa canzone ho cercato di ricreare questo eterno dubbio tra cosa è giusto e cosa no. La razionalità cerca in ogni modo di asportare l’odio che proviamo verso persone che spesso si trovano in situazione di grosso svantaggio, ma che diventano il bersaglio di ogni nostra frustrazione. A volte ci vuole molto tempo per farlo, se fin da piccoli veniamo educati in un certo modo diventa anche difficile capirlo per tutta la vita.

Il singolo ha un videoclip, con quale impronta è stato realizzato?

Il videoclip, realizzato da Matteo Cozzo (The great paper massacre), vuole giocare sul conflitto interiore che si manifesta in un soggetto facilmente condizionabile dai messaggi d’odio a cui ogni giorno assiste. Questi diventano la scusa di ogni suo fallimento e giustificano ogni sua azione, allontanandosi dalla realtà e portandolo alla follia.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Ho iniziato a suonare la chitarra quando facevo il liceo e quasi subito a scrivere canzoni, circa tre anni fa ho deciso di registrarne qualcuna da far ascoltare e vedere quali erano le prime impressioni. Una di queste l’ho mandata per un concorso (il Premio Buscaglione, in cui quest’anno sono arrivato alle fasi finali) e sono stato contattato da quella che poi è diventata l’anno dopo la mia etichetta, Bunya Records, che attualmente mi segue nel mio percorso.

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Pubblicato da
Francesco Rapino

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