Perchè il debito pubblico non è un problema e perchè non va ripianato

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debito pubblico Regno d'italiaIl compito di un giornalista è quello di cercare la verità e di divulgarla. Purtroppo troppi addetti ai lavori si riempiono le labbra e la penna di cose che non comprendono. Si tratta di concetti non difficili da capire, ma bisogna informarsi. Stendiamo un velo pietoso poi sulla voluta disinformazione che alcune forze politiche ci propinano da vent’anni in temi di economia, spesso per giustificare l’aumento di tasse e il taglio di servizi pubblici.

Cos’è il debito pubblico?

Innanzitutto spieghiamo cos’è il debito pubblico. Wikipedia ne dà una definizione attendibile:

“Il debito pubblico in economia è il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri quali individui, imprese, banche o stati esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato nell’acquisizione di obbligazioni o titoli di stato (in Italia BOT, BTP, CCT, CTZ e altri) destinati a coprire il fabbisogno di cassa statale, nonché l’eventuale deficit pubblico nel bilancio dello Stato”.

Lo stato italiano, come tutti i maggiori stati industriali affermatisi nel dopoguerra (Usa, Germania, Francia, Uk, Giappone) ha speso molti soldi per infrastrutture, salari pubblici, servizi. Ha messo in circolo moneta e ricchezza per mettere in moto l’economia privata. Dagli stipendi pubblici traggono beneficio milioni di attività industriali e commerciali, perchè le persone impiegate dallo stato impiegano il proprio denaro in consumi di vario tipo.

Dire dunque, come molti liberisti del settore privato, che la spesa pubblica è una cosa che li danneggia è falso. Il debito pubblico non è mai stato un problema. La stragrande maggioranza del debito pubblico è, in Italia come ormai dappertutto, detenuto dalle banche.

Avete mai sentito in televisione banchieri o dirigenti di banca affermare: rivogliamo i nostri soldi, il debito pubblico ci danneggia!

Quando l’Italia raddoppiò il suo debito pubblico tra il 1981 e il 2000, non si sentì un solo banchiere lamentarsi, anzi, banche e aziende furono per molto tempo soddisfatte perchè l’economia andava bene.

Perchè non si ribellano? Semplicemente perchè non c’è mai stato un problema relativo all’ammontare del debito pubblico.

Perchè il debito pubblico non va ripagato, punto per punto

1) Le banche non prestano allo stato soldi propri: premono un bottone e ordinano il denaro alla banca centrale, che glieli presta a tassi generalmente ridicoli (0,25, 0,50, 0,75%). Concedono poi tali somme allo stato a tassi molto più elevati, traendone un guadagno.

2) L’interesse sui titoli di stato, su cui le banche guadagnano, è proporzionale al rischio che esse corrono. Più alto è il rischio, più alti sono i profitti. Se il credito non viene restituito, fa parte del gioco. Quando gli istituti di credito realizzano anche il 20% sui titoli di stato, stanno al gioco. Deve stare a loro bene, quindi, anche quando l’investimento va male.

3) Il debito è stato creato, in tempi moderni, in maniera artificiale. Non c’era bisogno di chiedere tutti quei soldi in prestito alle banche, perchè lo stato aveva il potere di creare denaro. Quando la Banca d’Italia è stata separata dal Ministero del Tesoro e poi privatizzata, i suoi dirigenti decisero di non comprare i titoli di stato che rimanevano invenduti. Lo stato dovette dunque alzare a dismisura gli interessi per renderli appetibili. Fu così che in venti anni, dall’81 in poi, il debito pubblico esplose, per una spesa di interessi bancari dunque, non per gli sprechi di cui tanto si parla, che sono una piccolissima parte del debito.

4) Si può continuare a fare molto debito pubblico in più, senza che questo sia un problema. Se c’è una banca centrale vera (non la Bce dunque) che garantisce la solvibilità del debito, esso non è un problema.

5) É un dato di fatto: Il Regno Unito ha il debito pubblico da otto secoli e nessuna catastrofe l’ha colpito. Discorsi simili si possono fare per gli Stati Uniti e il Giappone, ad esempio. Quest’ultimo ha un debito del 250% del Pil e il Fondo monetario internazionale dice che è tutto ok, perchè ha una banca centrale che garantisce il debito.

6) Le banche, giocando ai derivati e con altri strumenti di finanza creativa, hanno creato una massa monetaria di 54 volte superiore al Pil mondiale. Cosa volete che sia un debito di 1,2, 2 o 3 volte il Pil? Si può continuare a fare debito pubblico senza conseguenze.

7) L’Italia ha degli assets praticamente infiniti per garantire il debito, quand’anche ce ne fosse bisogno: proprietà pubbliche, infrastrutture terreni et cetera et cetera. Inoltre parlare di rapporto debito pubblico\Pil non ha senso: il primo è uno stock maturato nell’arco di decenni, se non secoli. Il secondo è un flusso che misura il valore monetario di beni e servizi nell’arco di un solo anno. Del resto, quando andate in banca per un prestito, essa non vi chiede quanti beni e servizi avete prodotto, ma il rendiconto del vostro reddito e delle vostre proprietà.

8) Le banche traggono già il loro profitto dagli interessi sul debito pubblico, altrimenti sarebbero già fallite tutte. Non pagare il debito vuol dire infliggere ad esse un mancato guadagno, non una perdita.

9) Bisogna essere rigorosamente corretti nei confronti delle banche, che, senza un processo democratico, si sono impossessate della sovranità monetaria dei popoli e creano truffe, frodi fiscali e molto altro ai danni dei risparmiatori?

Considerazioni finali

Ci avete mai fatto caso? I paesi dell’est europeo, soprattutto appena dopo essere usciti dal controllo sovietico, detenevano debito pubblico bassissimo ed avevano un benessere enormemente inferiore all’occidente, che spesso aveva debiti pubblici molto più alti. Ancora oggi persiste una situazione simile. Tale esempio rende l’idea di come il debito è stato funzionale alla crescita economica degli stati.