Per Lucattini, “valorizzare i riti familiari, sono strumenti potenti di unione e trasmissione di senso. Un gesto ripetuto ogni anno, le frasi dette sempre in modo gentile, le sorprese preparate insieme, restano impressi nella mente del bambino e diventano “punti fermi”. Ecco la nostra intervista.
Dott.ssa Lucattini, qual è il vero significato profondo della Pasqua?
La Pasqua ha un significato condiviso che va oltre la dimensione religiosa e affonda le sue radici nel desiderio di cambiamento e trasformazione da pensiero ad azioni concrete nella propria vita. Dal punto di vista psicoanalitico, rappresenta un momento di passaggio, un movimento simbolico dalla perdita e separazione, alla rinascita e al ritrovarsi, dalla chiusura in sé stessi all’apertura al prossimo, dal buio della tristezza alla luce della gioia condivisa. È una celebrazione del superamento delle difficoltà e della possibilità di trovare insieme a chi si ama, una nuova dimensione interiore. Per i bambini, tutto ciò ha un risvolto al tempo stesso pragmatico e immaginativo, la Pasqua è un momento di attesa, di sorpresa, di scoperta. È l’esperienza della speranza, incarnata nei riti familiari e nei simboli pasquali, come l’uovo, il coniglio di Pasqua, i dolci tipici e la colazione pasquale con i cibi dedicati.
Perché è importante trasmetterlo ai bambini?
I bambini vivono immersi in un presente continuo e hanno un bisogno fondamentale di narrazioni che diano senso al loro tempo scandendolo e agli eventi grazie alla loro ripetizione, anno dopo anno. Le festività come la Pasqua aiutano a costruire il “tempo interno”, a dare un ritmo alla mente come in una musica esistenziale, fatti da attese (pause), eventi (note), trasformazioni (ritmo) e significati (melodia), tutti insieme contribuiscono a trovare il senso delle cose e della partecipazione, dell’esserci, come spettatori e protagonisti.
Dal punto di vista psicoanalitico, trasmettere il senso della Pasqua significa offrire ai bambini strumenti simbolici per pensare la vita, metterli in condizione di comprendere che dopo un momento difficile (buio), può arrivare la felicità (luce), che ogni sofferenza può diventare un’occasione di crescita, che si può e si deve cambiare, ma si rimane sempre se stessi, però migliori. Significa, in altre parole, aiutarli a costruire un mondo interno ricco, articolato, complesso, capace di riposta e resilienza.
L’uovo di Pasqua è un simbolo ricco di significati, che spaziano dalla Vita, alla Risurrezione, alla Speranza: è giusto farne comprendere il vero significato ai bambini, andando oltre la visione prettamente consumistica legata alle varie marche e sorprese?
L’uovo stesso è stato per secoli uno dei simboli più importanti e adattabili nei miti e nei rituali in Europa. Nel ciclo naturale delle stagioni, a primavera le galline ovaiole riprendono a deporre le uova dopo la pausa invernale. Nella tradizione cristiana della Pasqua, l’uovo simboleggia da sempre la nuova vita, la nascita, la purezza, la fertilità e la rigenerazione. L’uscita del pulcino dall’uovo rappresenta la resurrezione di Cristo, la forma ovale dell’uovo simboleggia la pietra rotolata via Santo Sepolcro, mentre i primi cristiani coloravano le uova di rosso per ricordare il sangue di Gesù versato durante la crocifissione. Solo all’inizio dell’Ottocento vennero prodotte le prime uova di Pasqua fatte di cioccolato in Francia e Germania, sebbene fossero prevalentemente piene e non cave come quelle di oggi.
L’usanza di regalare uova di cioccolato a Pasqua è così diffusa che la loro produzione ha secolarizzato un simbolo religioso. Restano però le uova artigianali, in cui è possibile nascondere un dono personalizzato, scegliendo le decorazioni floreali di zucchero, sono delle vere opere d’arte che andrebbero riscoperte.
Gli eventi familiari permettono interazioni uniche e significative tra i componenti stessi della famiglia ed esprimono le convinzioni e i valori di essa, fornendo in tal modo ai bambini, un senso di stabilità e identità, nonché un mezzo di socializzazione: cosa può dirci al riguardo? Cosa riferiscono, in merito, gli ultimi studi scientifici?
I bambini apprendono le convenzioni sociali attraverso l’imitazione, in particolare guardando i loro genitori, percepiscono i comportamenti ritualizzati come socialmente utili e normativi. Gli eventi non sono solo piacevoli, ma anche significativi nella trasmissione di conoscenze e nell’insegnare ai bambini come orientarsi nella vita, spesso senza che i genitori siano pienamente consapevoli della dipendenza dei loro figli dall’esperienza di avere ricevuto e fatto regali, ad esempio. Partecipare alle feste e alle celebrazioni permette di costruire, consolidare e promuovere la collaborazione e l’aiuto reciproco all’interno della famiglia. Inoltre, la semplice osservazione degli eventi influenza l’identità, le convinzioni religiose, i ricordi e le emozioni.
Uno studio pubblicato sul British Medical Journal Pediatrics (2024) ha studiato la relazione tra la ricorrenza degli eventi familiari condivisi e il loro riverbero sui bambini. La ricerca ha coinvolto 653 studenti di 11 e 12 anni. I risultati hanno mostrato che i bambini che partecipano a un numero maggiore di eventi familiari (20 all’anno) ha minori comportamenti problematici e a una maggiora sicurezza personale, migliore rendimento in ambito scolastico e in gruppo, mentre i bambini che partecipano un numero minore di eventi familiari (10 all’anno) presentano comportamenti problematici, minore benessere psicoemotivo e mancanza di spigliatezza.
La Pasqua è anche un buon momento per stimolare nei bambini la creatività e il gioco attraverso attività decorative e lavoretti da fare con loro, cosa ne pensa Lei al riguardo? Ritiene, sia anche una valida occasione per rafforzare sempre di più i legami familiari?
Studiosi della Colgate University affermano che le attività pasquali come i lavoretti manuali e la cucina sono strumenti efficaci per stimolare la creatività dei bambini e consolidare i legami familiari, offrendo esperienze educative e affettive che contribuiscono al loro sviluppo complessivo, ben oltre quella specifica esperienza. Insegnare ai bambini a cucinare e in generale coinvolgerli in attività pratiche, come la preparazione di cibi tradizionali, apparecchiare la tavola a festa, preparare i regali con le proprie mani, sviluppa competenze, qualità psichiche e capacità emotive fondamentali come la collaborazione, la creatività e il pensiero critico. Le attività creative parlano dell’inconscio e permettono di esprimerlo liberamente, sono costruttive, antidepressive e ansiolitiche, sono terapeutiche.
Queste esperienze non solo migliorano le capacità di apprendimento in materie scolastiche come la matematica e le scienze attraverso l’applicazione pratica, ma favoriscono anche la resistenza alle avversità e la capacità di risposta alle difficoltà, trasformando eventuali insuccessi in opportunità di apprendimento, come quando, a casa, con i genitori, hanno sbagliato ad impastare o bruciato i biscotti e poi si sono cimentati di nuovo con successo. Ad esempio, cucinare insieme rafforza i legami familiari, crea ricordi condivisi e promuove una maggiore apertura verso nuovi alimenti, stimola la curiosità, vince le diffidenze.
Quali possono essere le altre modalità stimolanti ed educative per far descrivere ai bambini la Pasqua?
Il disegno, come regalo ai genitori, preparando anche il bigliettino, tagliare lungo le linee e collocare i materiali in posizioni specifiche stimola l’integrazione visuo-motoria, abilità importante per le attività che richiedono la coordinazione occhio-mano, come leggere, scrivere e praticare sport. Seguire le istruzioni passo dopo passo nel processo di creazione, aiuta a sviluppare le abilità di sequenziamento che permette di organizzare e svolgere compiti in un ordine specifico, è utile per le attività scolastiche e le attività quotidiane, compreso la cura di sé, non semplice da insegnare ai bambini.
Una ricerca pubblicata su Developmental Psychology dell’APA (2023), mostra come molte attività artigianali, come ad esempio la creazione delle orecchie da coniglio, richiedono l’uso di entrambe le mani. La coordinazione bilaterale è fondamentale per abbottonare i vestiti, allacciare le scarpe e altre attività che richiedono la coordinazione di entrambi i lati del corpo.
Portarli a conoscere i riti religioso-pasquali e approfittare della Pasquetta per ritagliarsi dei momenti di svago all’aperto, sono importantissimi. Creare l’abitudine del primo giorno al mare o in montagna a Pasquetta come riscoprire giochi tradizionali all’aperto, è formativo e divertente. Ad esempio, il gioco della campana, prevede la preparazione del disegno e poi giocare a turno con gli amici saltando lungo il percorso, magari raccogliendo le uova di Pasqua sparse di lato. Un’altra attività molto apprezzata dai bambini è la caccia alle uova, una caccia al tesoro pasquale! Sono attività che contribuiscono allo sviluppo della cooperazione e socializzazione con i compagni di gioco e permettono il fare gruppo in allegria, poiché alla fine, tutti vincono un uovo di Pasqua!
Quali consigli si sente di dare ai genitori?
Ritagliarsi del tempo da trascorrere con i propri figli, non solo per organizzare o “fare qualcosa”, ma per esserci emotivamente e stare con loro affettuosamente. La Pasqua è un’occasione preziosa per rallentare, per riscoprire il piacere di stare insieme, per lasciare che la lentezza, il gioco e la fantasia dettino il ritmo, senza pressioni e senza stress. Lasciare che i bambini esprimano liberamente le loro emozioni, attraverso attività simboliche e creative. I lavoretti pasquali, la decorazione delle uova, le storie inventate, il disegno o il semplice raccontarsi intorno a un tavolo sono momenti in cui il mondo interno prende forma e si possono esprimere, rappresentare e trasformare le emozioni. Non cercare la perfezione né per se stessi, né nei figli, ma piuttosto la sincerità e profondità nei legami. La gioia che nasce da uno sguardo condiviso, da una risata imprevista, da un piccolo disordine creativo. È lì che la relazione si fa profonda, ed è lì che il bambino sente che crescere è bello, perché non si sente solo. Valorizzare i riti familiari, sono strumenti potenti di coesione e trasmissione di senso. Un gesto ripetuto ogni anno, le frasi dette sempre in modo gentile, le sorprese preparate insieme, restano impressi nella mente del bambino e diventano “punti fermi”. In psicoanalisi, diremmo che creano “tracce mnesiche affettive” che contribuiscono a costruire il Sé, consolidano la personalità, fanno sentire il piacere e il diritto di stare al mondo.
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