Per alcuni protagonisti dell’arte contemporanea è difficile riuscire ad aderire, ad adattarsi, a uno stile ben definito perché il loro forte istinto creativo li spinge a dare vita a un genere dettato solo e unicamente dal proprio impulso, seguendo regole e linee guida dettate da un percorso individuale in grado di attingere e racchiudere dentro di sé diversi linguaggi pittorici. L’artista di cui vi racconterò oggi appartiene a questa particolare categoria di creativi.
L’arte moderna è stata un punto di svolta, un giro di boa nel panorama mondiale, uno spartiacque tra tutto ciò che c’era prima e il nuovo che si stava concretizzando e manifestando attraverso differenti, a volte opposti e altre complementari, movimenti pittorici che avevano come fine comune quello di distaccarsi dalle regole precedenti e dare vita a innovative idee, inediti concetti, inaspettate manifestazioni creative. Proprio in virtù di quel bisogno di andare contro corrente gli artisti si riunivano in gruppi sulla base di un medesimo punto di vista e intento espressivo rinchiudendosi di fatto dentro altri schemi e regole che tendevano a dare loro un senso di appartenenza attraverso cui continuare a concretizzare quelle idee comuni. Poi ci sono state alcune voci fuori dal coro, capaci di creare un linguaggio non associabile ad altri esistenti, che sono divenute fonti di ispirazione per gli artisti contemporanei. Una fra tutte la statunitense Margaret Keane che con i suoi bambini dagli occhi enormi, sospesi in atmosfere reali e al tempo stesso irreali e rarefatte, aprì la strada a un’evoluzione del Realismo Magico, già affermatosi negli anni Venti sia in Europa che negli Stati Uniti e di cui furono esponenti Edward Hopper, Christian Schad, George Tooker e Ubaldo Oppi, ma anche alla parte più moderata, meno irreale e più orientata all’interiorità dei pensieri e dei ricordi del Pop Surrealismo. Donna di grande carattere e di incredibile individualismo creativo, la Keane è stata in grado di seguire un proprio percorso dando vita a un genere che prima di lei non esisteva e che ha reso le sue opere immediatamente riconoscibili e uniche nel panorama dell’arte moderna e contemporanea. Donna e anche lei con un personale approccio pittorico che la contraddistingue rendendola indefinibile e difficilmente inquadrabile in uno schema definito, è l’artista abruzzese Camilla Cedroni, formatasi come autodidatta e dunque, come spesso accade, con la libertà mentale di dirigersi artisticamente dove il proprio istinto la conduce.
Le sue opere attingono da differenti movimenti per manifestarsi con una personalizzazione ammaliante e al tempo stesso magica, attraverso la quale vengono narrati personaggi della letteratura come Giulietta e Romeo, della pittura come negli omaggi a Frida Khalo e a Vincent Van Gogh, o alle icone cinematografiche del cinema muto come Charlie Chaplin e Stanlio e Ollio.
I colori vivaci manifestano la personalità positiva, sorridente e anche ironica di Camilla Cedroni, che strizza l’occhio all’osservatore inserendo i simboli maggiormente correlati a quei miti moderni, emblemi della memoria comune, e al tempo stesso gioca con un romanticismo quasi celato dall’approccio giocoso, perché in fondo tutto ciò che deve e vuole essere ricordato ha mosso le corde emotive della nostalgia, ha strappato un sorriso o ha lasciato un segno forte del suo passaggio.
Racconta dell’importanza dell’arte nella tela Salvador Dalì e le farfalle in questione di tempo la Cedroni, in cui il grande maestro del Surrealismo viene raffigurato all’interno della non realtà da lui stesso ipotizzata in una delle sue opere più celebri, sottolineando quanto la sua produzione artistica fosse intrinsecamente connessa alla sua eccentrica personalità.
E ancora in Crepuscolo a Saint-Remy de Provence l’artista omaggia Vincent Van Gogh lasciandone fuoriuscire l’innocenza, quella semplicità esistenziale che fu la base della sua pittura, del suo stile incompreso forse proprio a causa di quell’immediatezza che si discostava dal gusto artistico della sua epoca. Camilla Cedroni si muove a metà tra il Realismo Magico e il Pop Surrealismo, laddove per Pop si intende la rappresentazione di personaggi simbolo della cultura popolare collettiva contemporanea, tendendo anche la mano all’illustrazione grafica per dar vita a un linguaggio pittorico solo suo, indefinibile, attraverso il quale svela lo sguardo fanciullesco che ha nei confronti del mondo e delle emozioni che manifesta con spontaneità e immediatezza.
La forza dell’amore è una tela in cui svela il suo punto di vista spontaneo e sognatore, dove la donna viene raffigurata con quello sguardo rapito comune agli innamorati e con i cuori, simboli del sentimento più nobile, a circondarla o per meglio dire avvolgerla, infondendole la sensazione di poter fare tutto pur di proteggere quella preziosa emozione.
Decisamente più surreale è invece la tela Equinozio di primavera in cui la maternità è associata alla stagione del ritorno alla vita dopo il freddo invernale e la gestazione è affidata alle solide e forti radici di un albero in fiore, come se la Cedroni volesse sottolineare quanto siano importanti la stabilità e le certezze per poter mettere al mondo una nuova esistenza. Messaggi che arrivano diretti all’osservatore, senza equivoci, senza necessità di interpretazione grazie alla semplicità espressiva e alla chiarezza del tratto di questa originale artista che si è recentemente avvicinata anche alla lavorazione dell’argilla e del gesso realizzando lampade su cui riproduce i soggetti delle sue tele. Camilla Cedroni dipinge da molti anni ma solo ultimamente ha deciso di uscire alla luce e farsi conoscere, e apprezzare, da un pubblico più ampio partecipando a mostre collettive a Roma, a Parma, a Venezia e a un’asta benefica andata recentemente in onda su Sky.
CAMILLA CEDRONI-CONTATTI
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