Per garantire il benessere degli animali impiegati nella pet therapy, la presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente propone nel suo contributo, integrando il testo unificato, di “definire criteri standardizzati di selezione, scelta ed educazione degli animali e delle specie coinvolte, con la previsione di specifici percorsi formativi ed esami finali per gli animali e i loro coadiutori, anche attraverso la definizione di protocolli sanitari standardizzati con l’analisi del rischio per i differenti setting, escludendo, in ogni caso, il coinvolgimento di animali selvatici o esotici, di cuccioli di età inferiore a un anno, di animali anziani, di femmine in fase estrale, in lattazione o in stato di gravidanza e di animali in condizioni patologiche, acute o croniche, dal punto di vista fisico o comportamentale, affinché in nessun caso le prestazioni degli animali impiegati negli IAA possano comportare per gli stessi fatiche o stress psichici o fisici o integrare qualsiasi forma di sfruttamento”.
“Sono fermamente convinta – afferma la deputata – che la risoluzione debba garantire non solo la definizione di un quadro normativo chiaro ed uniforme per pazienti, medici, animali e coadiutori, ma anche l’applicazione del principio secondo cui la pet therapy è fondata sul rapporto positivo con gli animali e non sul loro sfruttamento”.
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