Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’, il consumo di tabacco rimane ad oggi la prima causa mondiale di morte evitabile, con un carico pesante di invalidita’ e cronicita’ per patologie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari. In Italia, a fronte di una riduzione dei consumi di sigarette confezionate (27% in meno di vendite rispetto al 2000), il mercato del tabacco registra un incremento del 10% di sigarette rollate a mano e un segmento del 2-3% di utilizzo di sigarette elettroniche. Su tutto prevale l’incremento d’uso dei prodotti di tabacco di nuova generazione (heated tobacco products).
Mentre la prevalenza dei fumatori si e’ quasi dimezzata negli uomini (dal 42% nel 1986 al 25% nel 2017 secondo i dati ISTAT), nelle donne si e’ ridotta di poco (dal 25% al 21%), e negli adolescenti 15-16enni, secondo l’indagine ESPAD, l’uso nell’ultimo mese e’ dal 1995 in stallo intorno al 20%-25%. Inoltre si assiste a un aumento dell’uso corrente della sigaretta elettronica tra gli adolescenti, secondo l’indagine GYTS, passando dall’8% nel 2014 al 18% nel 2018.
“Le misure di controllo non fanno i progressi che si erano sperati nel 2005, quando l’Italia fu tra i primi paesi nel mondo a vietare il fumo nei luoghi chiusi di lavoro e di svago raggiungendo l’ottavo posto nella classifica europea degli Stati con le politiche no-smoking piu’ avanzate. Successivamente e’ scesa al 16° posto per risalire al 13° solo recentemente, grazie all’introduzione nel 2016 delle misure della Direttiva 2014/40/UE”, spiega l’ENSP.
L’Italia oggi risulta “ancora poco avanzata su politica fiscale, campagne di prevenzione e servizi terapeutici. Gli ostacoli che tradizionalmente rendono difficili i progressi sono di diverso genere, tra cui:
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