Per la Cna, il Pnrr è la grande occasione per “una netta discontinuità nella capacità di programmare e realizzare riforme e investimenti orientati alla modernizzazione del Paese e al rafforzamento del potenziale di crescita”.
“L’Unione Europea ha abbandonando il rigorismo fine a sè stesso – ha affermato Silvestrini – e ha posto le basi per politiche fortemente espansive che speriamo possano imprimere una accelerazione nello sviluppo e rafforzare l’identità comune. A noi, però, spetta la responsabilità di individuare le priorità, selezionare gli obiettivi e impiegare al meglio le risorse nella ricostruzione. Ricostruire non vuole dire, però, tornare ad essere come eravamo ma immaginare e agire concretamente per realizzare una nuova Italia al passo con le trasformazioni epocali di questo secolo”.
Silvestrini ha ribadito che il PNRR risulta incompleto sul tema delle riforme ed ha evidenziato che per le piccole imprese le priorità si chiamano ammodernamento della pubblica amministrazione e contrasto radicale alla cattiva burocrazia e profonda revisione del fisco per rendere il prelievo più equo e il sistema tributario più semplice. Per ridurre il carico fiscale sulle imprese occorre partire dall’eliminazione dell’Imu sui capannoni.
Sulle missioni, CNA apprezza la scelta di dare continuità al Piano Transizione 4.0. “Il PNRR – ha detto Silvestrini – può rappresentare l’occasione per migliorare l’intervento riproponendo il superammortamento e prevedendo un dispiegamento temporale più ampio”. Anche il Superbonus 110% deve essere migliorato per sfruttarne le grandi potenzialità. Al riguardo estensione agli immobili strumentali, proroga della misura almeno fino al 2023 e semplificazione delle procedure.
Sulla transizione ecologica nel Pnrr emergono alcune criticità come l’assenza di riferimenti al ruolo essenziale della piccola impresa nel percorso di decarbonizzazione. Ad esempio il piano può costituire l’occasione per rinnovare l’intero parco mezzi pesanti italiano con effetti virtuosi per la riduzione di emissioni e per la competitività delle aziende.
Il Segretario Generale della Cna, infine, si è soffermato su istruzione e ricerca, “la missione decisiva per rimettere in moto l’Italia”. Occorrono più risorse per il sistema educativo e strumenti per favorire il raccordo tra istruzione e imprese. “Serve un più convinto sostegno in particolare agli istituti tecnici per formare figure professionali ad elevata specializzazione nel digitale e nell’ambiente”.
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