Popcorn Beach, viaggio nel nord dell’isola di Fuerteventura

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Scenario perfetto per scatti fotografici insoliti, questa spiaggia dell’arcipelago spagnolo è il simbolo del legame possibile tra divertimento e salvaguardia ambientale

popcorn beach playa de la bajaLe Isole Canarie vantano una ricca collezione di luoghi naturali meravigliosi, tra acque cristalline, scogliere scoscese e spiagge di sabbia multicolore e multiforme. Tra queste ultime, la più inconsueta è certamente Popcorn Beach, o Playa del Bajo de la Burra, nel nord dell’isola di Fuerteventura. Ma a cosa deve il suo nome?

Guardandone l’aspetto, è presto detto. Situata non lontana da Corralejo, nel comune di La Oliva, come molti altri lidi gode di un clima favorevole per praticare innumerevoli sport acquatici. A renderla però unica e particolarmente instagrammabile è la sua caratteristica più sorprendente: il litorale infatti è un’infinita distesa di sassolini simili a popcorn. Da vicino ci si accorge che la superficie è composta da piccoli coralli bianchi, giunti fino alla riva dove si intrecciano a rocce vulcaniche e sabbia nera.

Un tempo conosciuta soltanto dagli abitanti del luogo che la custodivano gelosamente, ha progressivamente acquisito fama grazie a meravigliosi scatti fotografici circolati sui social, diventando una delle mete più desiderate da instagrammers provetti. Ma se la foga di arricchire il proprio feed di un ricordo unico può essere irrefrenabile, è importante tenere a mente alcuni consigli per un turismo consapevole e rispettoso di questo patrimonio.

Dalle origini ai giorni nostri: cosa sono i rodoliti

Questo insolito tesoro sull’Isola di Fuerteventura affonda le radici lontano nel tempo. Infatti, le formazioni di alghe calcaree e sabbia bianca che la popolano, e che assomigliano appunto a popcorn, sono fossili risalenti al Miocene e sono noti agli scenziati come rodoliti. Il loro sviluppo è molto lento: crescono infatti di circa un millimetro all’anno sott’acqua, perciò riescono ad assumere la loro tipica forma non prima che siano passati almeno 50 anni.

Il turismo reponsabile come valore aggiunto

Le autorità stimano che ogni mese siano più di dieci i chili di corallo portati via da questo luogo. Ma ciò che forse troppo spesso si ignora è che, così facendo, oltre a modificare per sempre le sorti di un angolo di pianeta, si danneggia anche l’intero ecosistema. Questi coralli, infatti, mentre sono sott’acqua hanno la capacità di assorbire l’anidride carbonica, contribuendo a combattere il cambiamento climatico. Inoltre, sono terreno fertile per diverse specie marine che ne utilizzano le cavità per conservare le loro uova. Proprio per contrastare l’avanzata di queste scelleratezze, sono molte le campagne di sensibilizzazione messe in campo dagli enti governativi delle Isole Canarie, sempre in prima linea sulle questioni ambientali. Per sanzione i “ladri di corallo” è stata anche promulgata una legislazione ad-hoc.