ROMA – “Il farmacista è nato preparatore perché non c’era ancora l’industria farmaceutica. In seguito il farmacista è passato dalla preparazione alla dispensazione. Ma la galenica rimane una realtà, seppur limitata in termini quantitativi. Ma, soprattutto in quest’ultimo periodo, è diventata rilevante in termini qualitativi e servizi al paziente”. Lo ha affermato Paola Minghetti dell’Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana Farmacisti Preparatori, in occasione del webinar di approfondimento promosso dall’associazione di farmacisti Futurpharma. L’incontro, moderato dalla giornalista Mara Larussa, è stato incentrato sulla Galenica, aspetto dimenticato della professione del farmacista, ma che risulta oggi essere ancora uno dei servizi offerti dalla farmacia.
Il termine Galenica deriva dal medico greco Galeno che, tra il II e III sec. D. C. utilizzò erbe medicinali e loro derivati a scopo farmacologico. Con esso infatti si intende l’insieme delle procedure di allestimento e preparazione di un medicinale a scopo medicamentoso ed è di competenza esclusiva del farmacista. La preparazione dei medicamenti in farmacia trova i suoi fondamenti agli inizi dell’800, quando il farmacista era l’unico produttore del farmaco. Era quindi un preparatore che eseguiva le prescrizioni dei medici a partire da droghe vegetali ed altre sostanze di origine naturale. In seguito, con la scoperta dei primi principi attivi di tipo farmacologico, la pratica galenica divenne sempre più un’attività di nicchia, sostituita dall’utilizzo di specialità chimiche di sintesi, prodotte a livello industriale.
Negli anni 2000 si è assistito ad un ritorno nell’utilizzo del prodotto galenico, che molto spesso permette al paziente di ottenere un medicinale che non è disponibile come prodotto industriale, recuperando quindi il ruolo che in parte ha avuto nel passato. Nel suo saluto introduttivo la presidente di Futurpharma, Rossana Matera ha voluto ringraziare la dott.sa MInghetti “che si è dimostrata disponibile con noi,” ricordando “le qualità di chi si mette in campo con la sua esperienza e la sua professionalità” e ha poi fatto un inciso sulle motivazioni che portano alla nascita delle associazioni di categoria.
“Oltre alla presenza di ordini e sindacati, che ritengo fondamentali”, ha detto Rossana Matera, “le associazioni nascono per dare voce e contenuti alla professione. In una categoria di professionisti non può esserci spazio solo per un’ideologia e quindi per un’associazione. Da una parte c’è volontà di sinergia con altre associazioni. Da parte di altri ci può essere divisione, protagonismo e individualismo. Seguire la prima strada non significa essere tutti uguali, ma più forti nei confronti degli ostacoli. Futupharma intende costruire la futura figura del farmacista, partendo anche dagli errori che sono stati commessi. La presenza di tante associazioni in una categoria professionale è sinonimo di vitalità”.
La parola è poi passata a Paola Minghetti che ha ricordato brevemente alcune caratteristiche della Galenica in farmacia. “Oggi galenica vuol dire dare al paziente quel farmaco che altrimenti non può avere”, ha spiegato la presidente della Società Italiana Farmacisti Preparatori, “Se il farmacista non lo fa il paziente prenderà in alternativa un farmaco non proprio adatto a lui. E’ bene ricordare che questa attività si fa in luoghi dove c’è un laboratorio in cui poter fare le preparazioni. In questo periodo di Covid la galenica ha avuto il suo ruolo, soprattutto quando non si trovavano sul mercato determinati medicinali. Diversi pazienti intubati non trovavano il farmaco adatto e il farmacista ha collaborato a preparare i prodotti giusti. E’ un’attività difficoltosa. Dal punto di vista tecnico molto difficile. Bisogna essere sicuri di saperlo fare”.
Nel corso del dibattito si è parlato anche di farmaci complessi, categoria che interessa molto i farmacisti ospedalieri. “L’ospedale non dovrebbe trattare i farmaci complessi, ma il farmacisti”, ha spiegato Paola Minghetti, “Ci auguriamo che questo tipo di farmaci possano arrivare nelle farmacie aperte al pubblico”. Un approfondimento anche sul rimborso dei farmaci. “Il Fondo Sanitario Nazionale non rimborsa le preparazioni magistrali, che vengono rimandate alle regioni e in alcuni casi direttamente alle Asl”, ha proseguito Paola Minghetti, “Come nel caso dei farmaci preparati con la cannabis. In alcune regioni sono rimborsati solo se preparati nell’ambito dell’ospedale, mentre in altre regioni le farmacie vengono coinvolte. Più volte abbiamo provare a chiedere di armonizzare di più questa materia nazionale, così come di rivedere la norma delle preparazioni magistrali. Ma è molto difficoltoso, perché è una materia che per noi è importantissima, ma globalmente molto residuale. Purtroppo bisogna ancora ragionare a livello regionale”.