Intanto, mentre l’America si tinge di viola per commemorare la superstar scomparsa giovedì scorso all’età di 57 anni, resta il mistero sulla sua morte, così come l’interrogativo su chi erediterà la sua fortuna e il suo presunto tesoro musicale di inediti chiuso nella cassaforte della sua residenza alle porte di Minneapolis, dove è stato trovato privo di vita in un ascensore. In attesa dell’esito ufficiale dell’autopsia e degli esami tossicologici, che potrebbero richiedere settimane, gli investigatori, dopo aver scartato le ipotesi di un suicidio o di un omicidio, cercano di ricostruire la “storia medica” di Prince, compreso il malore in volo che aveva costretto il suo Falcon a un atterraggio di emergenza, una settimana prima del decesso.
Il suo staff aveva sostenuto che si trattava di influenza ma chi indaga vuole verificare anche con l’ospedale di Moline, dove il musicista rimase ricoverato solo per poche ore. Al setaccio anche le ricette farmaceutiche usate da Prince, ma gli inquirenti non hanno voluto commentare nessuna delle indiscrezioni sull’assunzione di farmaci oppiacei anti dolorifici né l’ipotesi di una overdose. Appare chiaro, tuttavia, che la pista seguita per ora è questa.
Difficile pensare, pur se non da escludere, ad un malore, anche sulla base delle testimonianze raccolte per ricostruire le ultime ore dell’artista, che sembra aver fatto la vita di tutti i giorni ed essere apparso come al solito alla gente che frequentava. Come ha riferito Bob Fuchs, che lo aveva visto il sabato precedente entrare nel suo negozio di musica Electric Fetus a Minneapolis – un negozio che frequentava da 30 anni – e comprare una mezza dozzina di cd. O come hanno riferito gli amici che lo hanno accompagnato a casa mercoledì sera, la vigilia della sua morte.
Attorno alla sua villa c’è un pellegrinaggio incessante di fan con fiori e palloncini viola. Ma in tutto il Paese è un fiorire di omaggi al genio di Prince. I suoi ammiratori gli hanno organizzato via Facebook dei funerali jazz a New Orleans. 22 anni dopo la sua uscita, invece, è tornato nei cinema “Purple Rain”, il cult film con Prince, che ne curò anche la colonna sonora: la catena di movie theater “Amc Theatres” lo proporrà in 87 delle sue sale fino a giovedì 27 aprile.
E non finisce qui: “Ogni volta che riuscivo a vedere un suo concerto, mi rendeva umile. Mi mancherà lui, e mi mancherà questa cosa”. Con queste parole Bruce Springsteen ha reso omaggio a Prince, aprendo il suo concerto sabato scorso al Barclays Center di Brooklyn con “Purple Rain”, uno dei brani più famosi del cantante scomparso.
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