Il segretario della Cei ha sottolineato l’importanza di aver stabilito i criteri che consentiranno la celabrazione delle messe
ROMA – “Con la presidenza del Consiglio dei ministri c’è stato un dialogo continuo. Anche con il Comitato tecnico-scientifico è stato fatto un lavoro molto importante che ci ha permesso di arrivare a questo protocollo condiviso che contiene degli elementi che permettono di tornare a celebrare le messe”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando la firma di stamane a Palazzo Chigi del protocollo che permetterà la ripresa delle messe con il popolo dal 18 maggio.
“È stato importante – ha aggiunto mons. Russo – aver definito adesso questo protocollo con un certo anticipo. Questo permette alle comunità di prepararsi e di verificare la propria situazione. E’ stato importante anche aver dato come data d’inizio un giorno feriale in modo tale da permettere alle comunità di fare una verifica”.
“L’attenzione alla salute delle persone – ha spiegato mons. Russo a InBlu Radio – non deve mai venire meno perché stiamo ancora vivendo un’emergenza planetaria che richiede a tutti l’attenzione all’altro. E siccome la Chiesa è esperta in questo con senso di responsabilità anche le comunità cristiane possono tornare a celebrare l’eucarestia. Penso sia un segno bello il fatto di essere arrivati a questo protocollo”.
“In questo tempo – ha concluso mons. Russo a InBlu Radio – abbiamo visto una Chiesa che è scesa in campo sul fronte della prossimità in tante dimensioni: quello della carità, dell’attenzione all’altro e all’ultimo. Ma anche una prossimità che si è concretizzata in modo significativo attraverso le possibilità offerte dai media e dai social. In un tempo in cui siamo stati costretti all’isolamento lo scendere in campo della Chiesa ha messo in evidenza una valenza straordinaria che questi mezzi hanno di poter mettere in dialogo tantissime persone”.