Lavoro

Pubblicata la classifica dei 20 migliori ambienti di lavoro in termini di diversità, equità e inclusione

MILANO – Investire sullo sviluppo di una cultura inclusiva all’interno delle organizzazioni consente di massimizzare la forza e il valore del capitale umano. È quanto emerge dall’edizione 2024 della classifica Best Workplaces for DE&I, il ranking delle 20 migliori aziende presso cui lavorare in termini di diversità, equità e inclusione, stilato da Great Place to Work Italia ascoltando il parere espresso da oltre 127mila collaboratori (127.489) di quasi 300 organizzazioni (288), suddivise in base al numero di dipendenti (50-149, 150-499, più di 500). Tra i settori campioni nelle pratiche DE&I troviamo al primo posto l’Information Technology con 5 aziende (25%), seguito dai servizi finanziari e le assicurazioni (20%) con 4 organizzazioni. La massiccia presenza di aziende di questi settori è particolarmente interessante, considerando che questi non sono settori noti per lavorare sulla cultura organizzativa e ancor meno sulle tematiche di DE&I.

Se il settore IT è infatti prevalentemente composto da uomini e giovani quello dei servizi finanziari e assicurativi presenta invece una popolazione di collaboratori con elevata seniority ed età anagrafica. Nonostante ciò, il numero di organizzazioni premiate dimostrano che è possibile creare, in tutti i settori economici, una cultura inclusiva anche per gruppi meno rappresentati. Completano il ranking a livello di settori i servizi professionali, biotecnologie e farmaceutica, manifattura e produzione (10%) con 2 aziende a testa e chiudono sanità, alberghiero, media, telecomunicazioni e trasporti (5%) con un’organizzazione a testa. Tra i principali indicatori presi in considerazione per stilare il ranking troviamo il DE&I Index che misura quanto l’ambiente di lavoro e la cultura aziendale vengono percepiti corretti e inclusivi da parte delle persone riguardo equità del trattamento, accessibilità e coinvolgimento da parte dei manager, assenza di discriminazioni basate su caratteristiche personali, ambiente inclusivo e accoglienza, sicurezza psicologica garantita dall’azienda e possibilità di bilanciare vita personale e lavoro. Nei 20 Best Workplaces for DE&I il DE&I Index è pari all’87%, con una differenza di ben 26 punti percentuali rispetto al dato delle altre aziende analizzate ma non presenti in classifica (61%).

Entrando ancor più nel dettaglio della classifica, ecco quali sono i 20 migliori ambienti di lavoro presso cui lavorare in termini di diversità, equità e inclusione. Al primo posto troviamo Teleperformance Italia, consociata del gruppo Teleperformance, leader mondiale nell’offerta dei servizi di contact center che ha le sedi principali italiane a Fiumicino e Taranto. Segue GalileoLife, realtà con sede a Maglie, in provincia di Lecce, che supporta le farmacie e i farmacisti italiani per contribuire al miglioramento del benessere e della qualità di vita delle persone e delle comunità, mentre completa il podio Cisco Systems Italy, leader mondiale nelle tecnologie che trasformano il modo con cui le persone si connettono, comunicano e collaborano, attraverso reti intelligenti e architetture che integrano prodotti, servizi e piattaforme software che ha l’headquarter italiano a Vimercate, in Brianza.

“Un Great Place to Work For All è un ambiente in cui tutti, indipendentemente dalle caratteristiche personali, dal ruolo ricoperto e dalle mansioni svolte, riconoscono di lavorare in un’azienda eccellente per la sua cultura organizzativa – spiega Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia – Le organizzazioni che migliorano la strategia DE&I sono in grado di massimizzare il potenziale umano grazie a leadership efficace, condivisione di valori significativi e solidi rapporti di fiducia con tutti i dipendenti. Grazie a tali caratteristiche, i luoghi di lavoro leader in termini di diversità, equità e inclusione beneficiano di una maggiore equità di trattamento, più innovazione, assunzioni più semplici e minor turnover”.

Ma quali sono le tematiche sulle quali le organizzazioni Best Workplaces for DE&I si distinguono rispetto alle altre oggetto di analisi ma non premiate nel ranking? Analizzando i dati è possibile notare come l’equità rappresenti il tema più critico, sia nelle aziende best sia nelle altre aziende analizzate. Nei Best Workplaces for DE&I, il valore percentuale dei collaboratori che ritengono soddisfacente il livello di equità è dell’84%, mentre nelle altre aziende questo valore si abbassa al 60%. Punteggi più bassi in quest’area non sorprendono, dal momento che le affermazioni che la compongono hanno a che vedere con l’equità retributiva, le possibilità di sviluppo e di crescita e la meritocrazia, tematiche generalmente critiche in tutti gli ambienti organizzativi. Dal momento che l’equità resta lo zoccolo duro per tutte le aziende, è possibile notare come le organizzazioni best ottengono punteggi molto più alti delle altre aziende e le affermazioni in cui si registrano i gap più ampi (+26%) riguardano la meritocrazia, dove l’83% dei collaboratori dei Best Workplaces for DE&I risponde positivamente, contro il 57% delle altre aziende, i benefit (84% vs 59%, +25%) e l’equità retributiva (76% vs 52%, + 24%).

Ottimi invece i risultati che hanno a che vedere con gli altri due pilastri della DE&I, ovvero inclusione e diversità: sia nelle aziende Best (93% e 95%) sia nelle altre (75% e 84%) queste aree sono sopra la media del DE&I Index (87% e 61%), a testimonianza del fatto che, nel corso degli anni, questi temi sono entrati a tutti gli effetti nel vocabolario e nelle azioni promosse dalle organizzazioni. Un altro tema centrale che distingue i Best Workplaces for DE&I dalle altre aziende riguarda le opportunità d’innovazione offerte ai collaboratori in merito allo sviluppo di nuove modalità di lavoro: qui la differenza con le altre realtà analizzate è di ben 11 punti percentuali (88% vs 77%). Questi dati sottolineano l’importanza delle pratiche e delle politiche adottate dalle aziende Best nel promuovere un ambiente di lavoro più innovativo, rispetto alle altre organizzazioni. In conclusione è interessante analizzare su quali leve d’azione dovrebbero lavorare e investire le aziende non Best Workplaces con l’obiettivo di poter superare i gap presenti tra i loro risultati e quelli delle aziende premiate.

“Quando le aziende riescono a trasmettere ai propri collaboratori che sono importanti riconoscendo il loro valore come individui, indipendentemente dal livello di responsabilità o gerarchico che possono avere, senza generare discriminazioni per il ruolo svolto, le persone si sentono maggiormente apprezzate e considerate – chiarisce Zollo – Promuovere atti e pratiche giuste genera nei collaboratori un messaggio di fiducia nella possibilità di sperimentare: la tolleranza dell’errore, infatti, è il primo passo per lo sviluppo di una cultura dell’innovazione. Come in biologia, secondo quanto svelato dalla teoria dell’evoluzione di Darwin, là dove c’è maggior diversità, c’è un miglior adattamento all’ambiente circostante, allo stesso modo, al giorno d’oggi, l’investimento delle aziende nelle politiche di diversità permette di adattarsi al meglio al contesto competitivo del business in rapido cambiamento. Per le organizzazioni abbracciare le politiche di diversity rappresenta un’assoluta necessità per poter rimanere competitive. Infine, concentrarsi sulla salute mentale ed emotiva delle persone ha impatti positivi su tutte le dinamiche di diversità”, conclude Zollo.

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Redazione L'Opinionista

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