Pupi Avati: ‘Il film su Dante, la mia battaglia’

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Pupi AvatiNAPOLI – Nell’anno di Dante Alighieri è ancora incerta la partenza del film di Pupi Avati, con Sergio Castellitto nel ruolo di Boccaccio, chiave di narrazione per raccontare la vita del padre della nostra lingua scelta dal regista bolognese. “Gli italiani dovrebbero richiedere a gran voce un film su Dante, pretenderlo. Chi poi lo girerà è secondario. Ma perché sono solo io a portare avanti questa battaglia?”, ha detto Avati ospite di ‘Capri, Hollywood- The International film festival’, 25esima edizione che si svolge on line fino a domani su My Movies e piattaforme social.

“Il fatto che Rai cinema sia ‘sbloccata’ è importante, ma non sufficiente. Non so quando partiremo… chiedetelo al ministro Franceschini”. Del progetto in effetti si era parlato da tempo, già in vista dell’avvicinarsi di un 2021 dedicato alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del poeta. “Ho già fatto tantissimi annunci e interviste. Il film è pronto, scritto con il coinvolgimento di un comitato di importanti dantisti. Rai cinema c’è ma non basta. E’ una produzione in costume, complessa”, ha detto Avati nell’incontro con il produttore del festival Pascal Vicedomini,.

“Fino a 30 anni avevo odiato Dante, come tutti quelli che si sono visti proposti i classici dalla scuola nel modo peggiore. Suggerisco a tutti un percorso: leggere per prima cosa la Vita Nova – ha detto il regista nell’evento in Rete con la partecipazione di Luca Sommi, che ha portato con successo la Divina Commedia su Instagram – Io ho trovato la ‘password’ narrativa in Boccaccio, il primo suo commentatore. Ed anche il primo che andò a Ravenna a incontrare la figlia, suor Beatrice, custode della tomba paterna, portando il risarcimento per le cattiverie subite dai fiorentini. Una partenza stupenda!”.

Avati nel 2020 ha finito di girare a Ferrara il film “Lei mi parla ancora”, tratto dal romanzo del padre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, interpretato da Renato Pozzetto: “Straordinario in una storia drammatica, quella di un novantenne che perde la moglie dopo 65 anni”.