Sono gli incontri con le comunità del Cenacolo di Madre Elvira, di Suor Cornelia, dei figli del Divin Amore, con Nancy e Patrick, le file per la confessione, la statua del Cristo Risorto che lacrima dal retro del ginocchio destro, la Chiesa di San Giacomo, la Croce Blu, il Podbrdo, sono queste e altre esperienze che si fanno e che permettono di immergersi nell’atmosfera di profonda spiritualità che domina, di lasciarsi avvolgere da quella beata serenità tanto da estraniarsi dagli impegni lasciati. La Chiesa di San Giacomo centrale e ampia, costruita ancor prima che Medjugorje diventasse meta di grandi pellegrinaggi, è il fulcro in cui convergono tutti i pellegrini e si apre all’esterno su un ampio spazio circondato da alberi e prati dove le tante panche in estate sono piene di pellegrini che adorano, che pregano con canti e preghiere tradotte in numerose lingue.
A Medjugorje ci si ritrova provenienti da vari stati, tutti riuniti nel nome di Gesù a ricevere la Sua benedizione, a invocare il Suo nome Santo e quello di Sua Mamma ed è meraviglioso sentire il brivido della fede che portentosa si innalza portando il Cielo ad avvicinarsi alla Terra. Anche sui sassi grandi e spigolosi su cui si sale per la Collina delle Apparizioni o per arrivare sul Kizevac persino a piedi nudi, si sentono parole in lingue diverse, occhi tagliati a mandorla, carnagioni chiare, tratti somatici altri e questo perché il popolo di Dio è uno solo e fervente oltrepassa le nazioni, fa lunghi viaggi per esserci. A giugno saranno quarant’anni esatti che la Madonna appare a Medjugorje e dona messaggi al mondo attraverso i sei veggenti: Marija, Mirjana, Ivanka, Vicka, Ivan e Jakov.
Questi ragazzi, allora adolescenti, sono diventati padri e madri di famiglie numerose e hanno sempre servito e continuano a servire Maria. Sono vissuti e stanno vivendo con visioni quotidiane o periodiche e quello che emana il loro parlare ai pellegrini è una grande luce, una potenza di preghiera e di fede granitica piena di speranza. Sono i discepoli di Maria che si fanno voce e carne per rivelarci i suoi messaggi. La fede è credere ciò che non si vede, è aprire il cuore e considerarsi piccoli essere che non bastano a sé stessi, bisognosi con una vita eterna ultraterrena che li aspetta. Così è scritto: Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?» GV 11, 1-45. Medjugorje oggi è una zona Covid free.
Monica Baldini
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