Dal 16 luglio è disponibile in rotazione radiofonica “Quasi cinquant’anni” (Alka Record Label), brano estratto dall’album di debutto solista di Renesto. “Quasi cinquant’anni” è un affresco dipinto sul muro ingiallito di una storia d’amore incompiuta. Attraverso di essa si rappresentano i luoghi, le abitudini, gli oggetti culto di una fetta di adolescenza vissuta tra gli anni 80′ e 90′ in una città di provincia. Questo brano è una metafora della vita che ti accarezza, ammicca, illude e mai si fa prendere.
Renesto ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Quasi cinquant’anni” è terzo singolo tratto da “Come stiamo andando?”. Di che cosa si tratta?
“Quasi cinquant’anni” è il racconto di una ricerca dell’altro, di ciò che è fuori da noi ma del quale abbiamo assoluta necessità per completarci; nella maggior parte dei casi è una ricerca vana, inesauribile, mutando continuamente ciò che troviamo oggi non è quello che cercavamo ieri.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Il brano è ricco di nostalgia, di ricordi di cose belle e vissute intensamente nel periodo dove tutto sembra possibile; la consapevolezza del passato che non può ritornare però non esclude il desiderio di ricercare ancor oggi quelle emozioni che ci tengono vivi e ci fanno alzare la mattina con l’intensa curiosità di scoprire ciò che ci riserverà la giornata appena sbocciata.
Come si struttura l’album?
L’album “Come stiamo andando?” contiene 11 tracce composte e registrate nel giro di un anno e mezzo circa; un periodo relativamente breve se si pensa al lavoro corposo che sta dietro una operazione di questo tipo. L’idea iniziale, è stata quella di unire elettronica con il pop d’autore; durante le registrazioni hanno trovato spazio i bassi di Andrea Marchesin e le chitarre di Emanuele Zullo. Il titolo del lavoro è una domanda ma nello stesso tempo una affermazione, uno spunto di riflessione sul percorso intrapreso, sul cammino fino ad ora svolto, sullo stato e sulla condizione attuale; è inoltre uno slogan che rappresenta una vicinanza di intenti, una complicità, che certifica una amicizia che si è consolidata nel tempo. Le canzoni prendono spunto da episodi di vita reale mediati dalle mie riflessioni e tradotti in musica; racconto di me, delle persone a me vicine,della mia vita che è un po’ anche quella di tutti.
Come nasce il tuo progetto musicale?
In verità devo dare il merito ad un amico, grande fun degli Strike, la mia band storica che ascoltando le canzoni che stavo scrivendo mi ha convinto anche ad interpretarle come solista; Ciò è stata assolutamente una svolta artistica positiva della mia vita. Quindi tante grazie!
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