Così in una nota Maurizio Acerbo (foto), segretario nazionale di Rifondazione Comunista, e Antonello Patta, responsabile lavoro dello stesso partito. “Cogliamo – aggiungono – la preoccupazione e la rabbia dei tanti lavoratori che vedono prospettarsi, nelle discussioni tra governo e sindacati, il ripristino dell’età pensionistica, tranne per i lavori usuranti, a 67 anni, che per chi non ha 20 anni di contributi, o non ha raggiunto il montante contributivo previsto diventano indefinitamente di più. La drammatica crisi occupazionale del paese specie quella giovanile richiederebbe misure urgenti tra cui il pensionamento a 60 anni o con 40 anni di contributi, invece si persiste in una scelta che colpisce duramente sia chi lavora da una vita sia chi il lavoro non lo trova”.
Acerbo e Patta concludono: “L’abbiamo detto nella nostra campagna in primavera e lo ripetiamo: oggi è più che mai necessario fare come in Francia, aprire una stagione di lotte i cui obiettivi centrali ci sia l’abrogazione definitiva della legge Fornero. Chi si lamenta dello sfondamento della destra tra i lavoratori dovrebbe riflettere sul fatto che ancora una volta è il Pd a togliere diritti e Salvini potrà ergersi a loro difensore”.
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