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Il fascino dei frammenti di vita nell’osservazione della quotidianità nell’Espressionismo Pop di Ray Piscopo

Per molti artisti uscire da se stessi e dal proprio sentire, o dal proprio punto di vista sulla vita, rappresenta un viaggio all’interno del vivere contemporaneo, di tutta la quotidianità che ruota intorno e che va a comporre quel puzzle esistenziale in grado di arricchire l’esistenza e la consapevolezza di un brulicare di tranquilla ripetitività, di circostanze, di emozioni che coesiste con quelle vissute in prima persona. Sulla base di questo tipo di approccio creativo la fase più essenziale è l’osservazione attraverso cui è possibile entrare in empatia con il momento vissuto dai personaggi che di volta in volta divengono protagonisti, persone comuni immortalate mentre stanno lavorando o quando stanno trascorrendo momenti di svago e di divertimento. Ray Piscopo dedica un’intera serie pittorica alla vita contemporanea a cui assiste ogni giorno tra le strade della sua amata Malta e che realizza con il suo stile più colorato e attrattivo.

A partire dalla seconda metà del Diciottesimo secolo, la pittura modificò l’interesse verso i soggetti da immortalare perché i ritratti di nobili e le rappresentazioni religiose non erano più al passo con l’evoluzione dei tempi, se non per il settore delle commissioni dove il soggetto veniva scelto da chi richiedeva la realizzazione di un dipinto, e soprattutto perché la rivoluzione industriale aveva messo in evidenza l’importanza dei lavoratori, del popolo, propagando l’attenzione verso gli invisibili, gli umili; questo nuovo sguardo fu il fulcro della ricerca artistica del Realismo. Laddove Jean Francois Millet immortalò i lavoratori e le lavoratrici dei campi, Giuseppe Pellizza da Volpedo pose invece l’accento sulla lotta di classe di cui è simbolo il suo Il Quarto Stato, tanto quanto Antonio Rotta amava raccontare i ceti meno abbienti nei loro momenti di riposo e di convivialità dopo aver terminato di svolgere i loro compiti. L’arte da quel momento si ampliò e la nuova osservazione si diffuse coinvolgendo anche altri stili pittorici focalizzandosi su tutto il popolo, comprese anche le nuove classi borghesi che venivano non solo immortalate all’aperto, durante le giornate lungo i fiumi o nelle feste da ballo, ma anche rappresentate nei momenti di svago al teatro e nei locali di spettacolo; questo tipo di opere costituirono il fulcro dell’Impressionismo dove lo sguardo dei grandi autori come Auguste Renoir, Edgar Degas ed Edouard Manet si posava sulla leggerezza e la piacevolezza del vivere resa attraverso il frammentato tocco pittorico che riproduceva la luce e l’armonia di un periodo in cui il tenore di vita stava migliorando e la gioia di vivere sembrava avvolgere la quotidianità. Intorno alla metà del Ventesimo secolo, superati i conflitti mondiali che sembravano aver tolto agli artisti il desiderio di raccontare una realtà troppo brutta e spaventosa, tornò in particolar modo negli Stati Uniti la tendenza a raccontare le persone da un punto di vista più esistenzialista, nelle loro solitudini, nelle loro vite borghesi dove la sensazione era che mancasse sempre qualcosa, una vera gioia, forse proprio a causa dei cambiamenti generati dalla lontana guerra. Fu proprio in quel periodo che emerse il Realismo Americano, un movimento magistralmente rappresentato da quell’Edward Hopper che proprio sull’isolamento dell’essere umano, malgrado la maggiore possibilità di socializzazione delle grandi città, aveva costruito il punto focale della sua produzione pittorica. Il medesimo filone narrativo, ma con stile riconducibile alla Pop Art, è osservabile nel britannico David Hockney, di cui le tonalità inizialmente più realiste si sono poi spostate verso l’irrealtà espressionista pur mantenendo la medesima attenzione alle persone e alla loro quotidianità. La serie di Ray Piscopo denominata Observing Life, appartiene al tipo di sguardo artistico illustrato finora, quello in cui l’artista rimane affascinato e rapito dalla semplicità con cui le persone affrontano i loro momenti di rilassatezza o anche quelli durante i quali si dedicano alle loro attività quotidiane, inconsapevoli di essere in procinto di diventare protagonisti di un’opera d’arte che loro malgrado li regalerà all’immortalità.

1 The fisherman – acrilico su tela, 70x90cm

Lo stile scelto per questo tipo di opere è quello che da un lato lo lega all’Espressionismo per le tonalità vivaci coniugate alle emozioni manifestate dalle persone ritratte, dall’altro però non può non emergere quella tendenza Pop attraverso la quale riesce a rendere iconico anche un solo gesto, un atteggiamento o una circostanza che i suoi protagonisti vivono; Ray Piscopo lascia scorrere lo sguardo intorno a sé, si perde nelle strette vie della sua città o nelle piazze dove le persone conversano o si siedono nei caffè all’aperto, e poi si fissa su ciò che cattura la sua attenzione, seguendo di volta in volta l’impulso a immortalare un istante irripetibile allo stesso modo i cui scatterebbe una fotografia.

2 Playing cool – acrilico su tela, 90x70cm

Ecco, le opere appartenenti a questa serie potrebbero definirsi scatti rubati e poi armonizzati con le emozioni suscitate, o percepite da chi sceglie di far diventare primo attore di una sua tela; dunque la gamma cromatica diviene irreale, eccessiva, allo stesso modo in cui David Hockney sceglie di modificare la realtà sulla base della sua interpretazione dell’osservato. L’aspetto patinato dei dipinti di Ray Piscopo lo conducono verso una declinazione più fortemente espressionista, anche in virtù di quei contorni neri accentuati con cui va a evidenziare i dettagli, come se ogni singola parte della composizione pittorica dovesse essere al centro della scena tanto quanto le persone, perché di fatto ne è complemento.

3 Al cafe 2 catching up – olio su tela, 120x100cm

Nell’opera Café Catching up 2 l’artista si sofferma sulla spontaneità di tre donne sedute a un tavolo, forse in vena di confidenze, o forse solo in pausa di riposo di una giornata di visita alle bellezze dell’isola; l’osservatore è stimolato a interrogarsi, tanto quanto ha fatto Ray Piscopo, sull’identità delle signore che potrebbero essere turiste oppure abitanti del luogo, potrebbero essere lavoratrici o parenti di una di loro, amiche o familiari, tutto è aperto all’immaginazione, alla stessa curiosità che ha spinto l’autore a immortalare quella scena. E intorno tanta altra vita, che fa da contorno e al contempo da co-protagonista insieme alla maestosità dell’edificio alle spalle delle donne, come se tutto fosse fondamentale a mettere in luce la serenità e la tranquillità di quel momento di condivisione.

4 Narcisse – olio su tela, 90x90cm

In Narcisse l’autore, immortalando un momento spontaneo della ragazza intenta a compiere una delle azioni più comuni e normali di questo secolo, riflette sull’attitudine contemporanea a mettere in risalto quasi unicamente il lato migliore di sé, affidando all’immagine esterna un significato che di fatto non ha, quasi come se i giovani avessero troppa paura di essere decidendo che è molto più facile apparire. Non solo, la fretta di registrare fotograficamente ogni singolo istante, anche quello in cui la donna dovrebbe solo lasciarsi andare a respirare le emozioni emanate dall’opera alle sue spalle, impediscono alle persone di assaporare il momento presente, di interfacciarsi direttamente con le proprie emozioni connettendosi all’ambiente circostante e di vivere in pieno le esperienze che stanno facendo. Eppure la ragazza sembra felice, si sente protagonista di un mondo effimero, solo virtuale, che la rende inconsapevole della vera bellezza accanto a sé perché troppo concentrata a mostrare il lato estetico, quello privo di vera sostanza che non lascia niente.

5 The clay potter – acrilico su tela 90x80cm

In contrapposizione a questo punto di vista è invece l’osservazione compiuta da Ray Piscopo nei confronti dei lavoratori, degli artigiani che con dovizia e passione si dedicano ogni giorno al compito che hanno scelto di svolgere esercitando, in chi ha la giusta sensibilità, un grande fascino soprattutto perché custodi di antiche tecniche manuali che forse nel futuro sono destinate a scomparire.

6 The maltese lacemaker – acrilico su tela, 90x60cm

E dunque l’artista decide di soffiare su di loro l’immortalità dell’arte, li rende protagonisti del suo sguardo curioso e ne descrive i movimenti, consapevoli dell’importanza di ogni singolo gesto, di ogni minima sequenza per svolgere con maestria il loro compito; a questa serie appartiene la tela The maltese lacemaker, una ricamatrice tradizionale protagonista di uno scatto artistico rubato e che ha ammaliato Ray Piscopo proprio per la dedizione e l’impegno dedicato a un tipo di lavoro ormai antico e a cui i giovani, gli stessi che vivono inseguendo l’immagine, non sono più interessati ignorando quanto questo significhi perdere antiche tradizioni che hanno creato le basi per il mondo in cui loro stessi vivono oggi. Lo sfondo con cui l’artista avvolge la scena e con cui circonda la donna è variopinto e Pop, e rappresenta tutta la magia che egli percepisce davanti a una tecnica che di fatto ha generato un tipo di arte diversa dalla propria, quella tessile, ugualmente affascinante e rilevante quanto la pittura.

7 Casablanca souk – acrilico su tela, 87x65cm

La serie pittorica Observing Life mostra pertanto l’attenzione e la natura curiosa e sensibile di un artista che non può fare a meno di sottolineare il legame tra modernità e passato.

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The fascination of fragments of ehistence in the observation of everyday life in Ray Piscopo’s Pop Expressionism

For many artists, stepping outside themselves and their feelings, or their point of view on life, represents a journey into contemporary living, into all the everyday things that revolve around and that go to make up that existential puzzle capable of enriching existence and the awareness of a swarming of quiet repetitiveness, of circumstances, of emotions that coexist with those experienced in first person. On the basis of this type of creative approach, the most essential phase is observation, through which it is possible to empathise with the moment lived by the characters who from time to time become protagonists, ordinary people immortalised while they are working or when they are spending moments of leisure and fun. Ray Piscopo dedicates an entire pictorial series to the contemporary life he witnesses every day on the streets of his beloved Malta and which he realises in his most colourful and attractive style.

From the second half of the 18th century onwards, painting changed its interest in the subjects to be immortalised because portraits of nobles and religious representations were no longer in step with the changing times, except for the commission sector where the subject was chosen by the person requesting a painting, and above all because the industrial revolution had highlighted the importance of workers, of the people, propagating attention towards the invisible, the humble; this new outlook was the focus of the artistic research of Realism. Where Jean Francois Millet immortalised the working men and women in the fields, Giuseppe Pellizza da Volpedo emphasised the class struggle symbolised by his The Fourth Estate, just as Antonio Rotta loved to depict the less well-off in their moments of rest and conviviality after finishing their tasks. Art from that time expanded and the new observation spread to include other painting styles focusing on the entire populace, including the new bourgeois classes who were not only depicted in the open air, during their days by the rivers or at dance parties, but also protrayed in their moments of leisure at the theatre and in entertainment venues; this type of works constituted the core of Impressionism where the gaze of great artists such as Auguste Renoir, Edgar Degas and Edouard Manet rested on the lightness and pleasantness of life rendered through the fragmented pictorial touch that reproduced the light and harmony of a time when the standard of living was improving and the joy of life seemed to envelope everyday life.

Around the middle of the 20th century, having overcome the world wars that seemed to have deprived artists of the desire to portray a reality that was too ugly and frightening, the tendency to depict people from a more existentialist point of view, in their solitudes, in their bourgeois lives where the feeling was that something was always missing, a real joy, perhaps precisely because of the changes generated by the distant war, returned especially in the United States. It was precisely in this period that emerged American Realism, a movement masterfully represented by that Edward Hopper who had built the focal point of his pictorial production precisely on the isolation of human beings, despite the greater possibility of socialisation in large cities. The same narrative strand, but with a style that can be traced back to Pop Art, can be observed in the British painter David Hockney, whose initially more realistic tones then shifted towards expressionist unreality while maintaining the same focus on people and their daily life. Ray Piscopo‘s series called Observing Life, belongs to the kind of artistic gaze just illustrated, that in which the artist is fascinated and enraptured by the simplicity with which people face their moments of relaxation or even those during which they go about their daily activities, unaware that they are about to become the protagonists of a work of art that will give them immortality. The style chosen for this series of paintings is one that on the one hand links him to Expressionism for the vivid tones combined with the emotions manifested by the people portrayed, but on the other cannot fail to reveal that Pop tendency through which he succeeds in making even a single gesture, attitude or circumstance experienced by his iconic protagonists; Ray Piscopo lets his gaze wander around him, getting lost in the narrow streets of his city or in the squares where people converse or sit in open-air cafés, and then fixes on what catches his attention, each time following the impulse to immortalise an unrepeatable instant in the same way he would take a photograph.

Here, the works belonging to this series could be defined as shots stolen and then harmonised with the emotions aroused, or perceived, by the person who he chooses to make protagonist of one of his canvases; thus the chromatic range becomes unreal, excessive, in the same way that David Hockney chooses to modify reality on the basis of his interpretation of the observed. The glossy appearance of Ray Piscopo‘s paintings lead him towards a more strongly expressionist declination, also by virtue of the accentuated black outlines with which he emphasises the details, as if every single part of the pictorial composition had to be at the centre of the scene as much as the people, because in fact it complements them. In Café Catching up 2, the artist dwells on the spontaneity of three women seated at a table, perhaps in the mood for confidences, or perhaps just taking a break from a day of sightseeing; the observer is stimulated to wonder, as much as Ray Piscopo did, about the identity of the ladies, who could be tourists or locals, they could be workers or relatives of one of them, friends or family members; everything is open to the imagination, to the same curiosity that drove the author to immortalise that scene. And all around so much other life, which acts as an outline and at the same time a co-protagonist together with the majesty of the building behind the women, as if everything was fundamental to highlighting the serenity and tranquillity of that moment of sharing.

In Narcisse, the author by immortalising a spontaneous moment of the girl intent on performing one of the most common and normal actions of this century, reflects on the contemporary attitude of almost exclusively emphasising the best side of oneself, entrusting to the external image a meaning that it does not in fact have, almost as if young people were too afraid to be, deciding that it is much easier to appear. Not only that, the haste to photographically record every single moment, even the one in which the woman should just let herself go and breathe in the emotions emanating from the work behind her, prevents people from savouring the present moment, from directly interfacing with their emotions by connecting with their surroundings and fully experiencing what they are doing. Yet the girl seems happy, she feels she is the protagonist of an ephemeral world, only virtual, which makes her unaware of the real beauty beside her because she is too focused on showing the aesthetic side, the one without real substance that leaves nothing behind. In opposition to this point of view is instead the observation made by Ray Piscopo towards the workers, the artisans who devote themselves every day to the task they have chosen to carry out with dedication and passion, exerting, in those with the right sensitivity, a great fascination, above all because they are the custodians of ancient manual techniques that are perhaps destined to disappear in the future. And so the artist decides to breathe on them the immortality of art, making them the protagonists of his curious gaze and describing their movements, aware of the importance of every single gesture, of every minimum sequence in order to carry out their task with mastery; to this series belongs the canvas The Maltese lacemaker, a traditional embroiderer who is the protagonist of a stolen artistic shot and who captivated Ray Piscopo precisely because of the devotion and commitment dedicated to a type of work that is now ancient and in which young people, the same ones who live chasing the image, are no longer interested, ignoring how much this means losing ancient traditions that have created the foundations for the world in which they live today. The background with which the artist envelops the scene and with which he surrounds the woman is colourful and Pop, and represents all the magic he feels when faced with a technique that has in fact generated a different kind of art from his own, that of textiles, equally fascinating and relevant as painting. The pictorial series Observing Life therefore shows the curious and sensitive nature of an artist who cannot help but emphasise the link between modernity and the past.

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Pubblicato da
Marta Lock

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