ROMA – Raddoppiano i poveri italiani in un decennio. Se nel 2006 erano 2,3 milioni, nel 2016 sono diventati 4,7 milioni con un incremento del 106,9%. In forte crescita anche il numero delle famiglie in difficoltà, che nello stesso periodo aumentano del 67,2%, passando da poco meno di un milione a 1,6 milioni. I dati sono contenuti nelle tabelle dell’Istat, sugli indicatori di povertà assoluta, ed elaborati dall’Adnkronos. Diverse sono le misure messe in campo dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, per sostenere le persone in difficoltà. Ultimo in ordine di tempo è il reddito d’inclusione che, secondo l’Inps, è stato richiesto da quasi 75.885 famiglie, pari al 4,7% dei nuclei risultati in forti difficoltà economiche nel 2016.
L’incremento maggiore di famiglie in povertà assoluta, in termini percentuali, si registra nelle regioni del centro (+133,8%); seguite da quelle del nord (+62%) e del sud (+52%). In termini assoluti, invece, la crescita più elevata riguarda il sud, dove si è passati da 460.000 nuclei in difficoltà nel 2006 a 699.000 nel 2016, seguita a stretto giro dal nord (da 376.000 a 609.000); mentre al centro da 133.000 si è passati a 311.000 famiglie povere. Tornando ai dati delle persone povere, in termini percentuali l’aumento maggiore si registra al centro (+176,5%), seguito dal nord (+139,8) e dal sud (+68%). In termini assoluti, invece, è nel mezzogiorno che si vede crescere di più il numero di poveri, che passa da 1,2 milioni a 2 milioni; segue il settentrione dove da 764.000 di passa a 1,8 milioni, e infine il centro che da 315.0000 arriva a 871.000 poveri. Rispetto alla popolazione residente i numeri sono più che raddoppiati quasi ovunque: al nord si passa dal 2,9% al 6,7%; al centro dal 2,8% al 7,3%; al sud dal 5,9% al 9,8%; e infine in Italia da 3,9% si arriva al 7,9%.